Partecipazione sotto le attese al Palazzo del Turismo di Riccione per l’incontro organizzato dai balneari di base. Si è trattato di una iniziativa nazionale, promossa da chi non si riconosce nelle sigle sindacali di categoria e che trova seguito soprattutto in Toscana e Liguria.
Il convegno si è svolto a Riccione proprio perché i balneari di base ritengono che i bagnini della Romagna sostengano le posizioni del Governo e dell’On. Pizzolante in particolare.
Anche per questa ragione il fronte «duro» dei balneari versiliesi ha partecipato con una rappresentanza.
Tra i relatori anche Emiliano Favilla, che ha uno stabilimento al lido di Camaiore. Favilla è un esponente della sinistra (tra Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana) della Versilia. E’stato sindacalista per la Cgil nel settore del turismo, ed ha ricoperto anche incarichi da assessore nella provincia di Lucca. «Fino ad oggi, nei convegni organizzati dai sindacati o dalla politica, – ha detto nel convegno – questa opportunità ci è sempre stata negata». Favilla nel suo intervento ha portato le ragioni della contrarietà al disegno di legge in corso di approvazione in Parlamento sul riordino delle concessioni balneari.
Un disegno di legge che Favilla ha definito ‘ammazza balneari’, perché apre la strada al regime di evidenza pubblica di tutte le concessioni demaniali. Dunque anche delle spiagge. Secondo il criterio del «che vinca il migliore»; ovvero l’imprenditore che si presenta con l’offerta di sviluppo ritenuta, appunto, migliore. “Per questo motivo – ha proseguito Favilla – occorre che il governo si impegni con l’Europa per fare uscire le concessioni demaniali dalla Bolkestein”.
Altro intervento “appassionato” è stato quello di Angelo Vaccarezza consigliere regionale della Liguria ed esponente di primo piano di Forza Italia. Vaccarezza ha dedicato una parte del suo intervento a criticare il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, reo di sostenere, nella veste di delegato Anci per il turismo, una posizione di condivisione con la proposta di legge del Governo.
Altro relatore dei balneari di base è stato Fabrizio Licordari, presidente nazionale di Assobalneari Italia (Confindustria) che ha riproposto una proroga di 30 anni di tutte le concessioni in essere.
Non sono mancati i contributi degli esperti del settore, come l’avvocato Ettore Nesi che ha sostenuto che “la concessione di beni demaniali marittimi non è una concessione di servizi, né una autorizzazione all’esercizio di attività economiche, bensì la concessione di un bene pubblico privo di autonome capacità produttive…” e pertanto non deve rientrare nella direttiva servizi.
Applausi per chi sosteneva le tesi dell’uscita dalla Bolkestein, applausi per chi criticava le associazioni di categorie dei balneari, applausi e fischi quando venivano citati alcuni esponenti politici come il sindaco Gnassi o l’Onorevole Pizzolante.
Una giornata per ribadire che una parte della categorie dei balneari è contrario a qualsiasi riorganizzazione del settore che non garantisca una continuità, praticamente perpetua, agli attuali concessionari. Di seguito il comunicato conclusivo dell’assemblea.
L’assemblea dei balneari convocata dalla base della categoria al Palazzo del Turismo di Riccione, dopo ampia e approfondita discussione sulle problematiche riguardante le concessioni demaniali delle piccole imprese familiari, in particolare quanto riportato nel DdL attualmente in discussione nelle sedi parlamentari, mette al vaglio dell’assemblea la seguente bozza di documento:
Prima di entrare nel merito delle questioni riteniamo giusto ringraziare i colleghi riccionesi che con tanto impegno e lavoro hanno organizzato questo confronto democratico. Averlo fatto qui a Riccione, nel cuore della Romagna dove di solito la base ha sempre avuto poca voce in capitolo e dove c’è chi maldestramente cerca di far passare scelte che dovrebbero valere per tutta l’Italia, è stato positivo proprio per dare la possibilità a tutti coloro che hanno da dire, criticare e/o da avanzare proposte su questioni che riguardano il proprio futuro, lo possano fare con tranquillità senza subire veti, da parte di certi vertici sindacali che da sempre impediscono alla base ogni qualsiasi forma di coinvolgimento e soprattutto di decisione.
Si ringrazia anche i rappresentanti delle istituzioni, della politica e i legali presenti, per aver accettato l’invito e per il contributo dato al dibattito. Gli inviti sono stati inviati a tutte le forze politiche e a tutte le associazioni sindacali . Purtroppo qualcuno ha preferito sottrarsi dal confronto democratico con la base e questo la dice lunga sulla buona fede di certi personaggi.
Nel merito delle questioni è stato ribadito ancora una volta l’estraneità delle aste della Direttiva Bolkestein al settore balneare, trattandosi di bene e non servizi ed il fatto che tutti i governi che si sono succeduti compreso quello attuale non hanno mai voluto affrontare il problema con l’Europa. I paesi europei che, diversamente all’Italia, sono intervenuti con l’Europa hanno concretamente superato la bolkestein.
Ormai solo chi non vuole capire e vedere pensa di poter mandare all’asta migliaia di piccole imprese familiari balneari che hanno la proprietà dei manufatti che insistono sulle aree demaniali. E c’è chi pensa pure con “ingenuità” che questo possa avvenire senza che vi siano gravi ripercussioni per gli imprenditori del settore, dell’indotto e per tutto il sistema del turismo balneare. Anche dal punto di vista tecnico per gli enti locali che dovrebbero gestire le aste si troveranno immersi in una burocrazia senza uscite. Così come saranno problematiche le conseguenze giuridiche per i ricorsi legali che si produrranno.
Purtroppo nel D.d.L. in discussione nelle sedi parlamentari ( che non tiene presente nemmeno il “legittimo affidamento” e la valutazione sulla “scarsità delle risorse” previste dalla sentenza della Corte di Giustizia) quello di cui è certo sono proprio le aste e/o evidenze pubbliche. Mentre del tutto aleatori quelli che vengono considerati i vantaggi anche nel caso in cui andassero a buon fine come l’indennizzo, premialità, ecc.
Lo stesso indennizzo, di cui si parla senza troppa cognizione di causa, anche se riuscissimo veramente a legalo al valore commerciale, non sarà mai veramente risarcitorio e anch’esso porterà a contenziosi giuridici tra chi ha perso la concessione e chi subentra. Senza poi considerare i gravi aspetti sociali per la perdita dell’abitazione e del posto di lavoro per diversi componenti della famiglia dell’imprenditore uscente.
In armonia con le suddette considerazioni che le concessioni Demaniali non rientrano nell’applicazione della sopra citata “Bolkestein” perche BENI e non SERVIZI ed anche per le “aperture” come il legittimo affidamento e non scarsità delle risorse scaturite dalla sentenza del 14.7.2016 della Corte di Giustizia Europea. Considerando anche quanto è avvenuto in altri paesi Europei come la Spagna, il Portogallo, ecc.
L’ASSEMBLEA DI BASE RIUNITA A RICCIONE INVITA TUTTE LE ORGANIZZAZIONE SINDACALI A:
—contrastare il suddetto D.d.L. con ogni mezzo, (compresa, una forte e concreta mobilitazione di tutta la categoria dei balneari, trovando momenti di unione anche con le altre categorie interessate dalla Bolkestein); ad impegnare tutte le forze politiche perché spingano il governo a confrontarsi seriamente con l’Europa per ottenere il superamento della Bolkestein così come hanno fatto altri paesi europei e crei le condizioni per dare certezza e tranquillità a tutte le imprese balneari ed al relativo indotto.