Stefano Amadori, idraulico 54enne di San Clemente, è morto ieri dopo aver bevuto un’aranciata di una notissima marca. Qualcosa gli ha procurato gravissime lesioni all’apparto digerente; si pensa a soda caustica, topicida o altra sostanza altamente velenosa.
Su cosa sia effettivamente successo, ora sta indagando il sostituto procuratore di Rimini, Paola Bonetti, che ha disposto l’autopsia.
Le ipotesi sono ancora tutte aperte. Sta di fatto che la partita di cui faceva parte la bibita bevuta dall’uomo prima di sentirsi male non è stata posta sotto sequestro. Al supermercato di Rimini, dove la confezione di plastica contenente l’aranciata era stata acquistata dalla moglie della vittima, è stato solo raccomandato in via precauzionale di accantonare tutto il lotto e non metterlo in vendita finché non si sarà fatta chiarezza.
Non esiste dunque nessun allarme nazionale sul prodotto in questione, come sarebbe accaduto se si sospettassero tragici errori in fase di trattamento e confezionamento. D’altra parte, la partita da cui proveniva la bottiglietta bevuta dall’uomo è stata distribuita in molti altri punti vendita d’Italia, dove non è stato adottato alcun provvedimento.
Fra le ipotesi al vaglio, anche quella che la sostanza mortale non fosse contenuta nell’aranciata, nonostante così abbia riferito la stessa vittima alla moglie e ai soccorritori, ma un’altra bevanda assunta in precedenza. Sono quindi in corso le verifiche anche sugli oggetti sequestrati a casa dell’uomo, fra cui un bicchiere e altre bottiglie.