In questa epoca disinformata sta dilagando una forma di ambientalismo radicale che rischia, a mio avviso, di degenerare in forme strumentali e manipolate. La mobilitazione contro l’allevamento avicolo della Cavallara di Maiolo mi sembra un buon esempio. Anche a me disturba un insediamento avicolo industriale in vista della meraviglia di San Leo. Però sussistono diritti di proprietà e di destinazione d’uso che non possono essere ignorati. Possono essere superati con l’esproprio e la modifica d’uso; provvedimenti difficili e costosi, ma sui quali è lecito fare pressioni sul sistema amministrativo. Si possono prescrivere accorgimenti dettagliati in sede autorizzativa o in seguito. La mobilitazione che è stata organizzata, più o meno spontaneamente, tenta invece di operare, secondo me, una demolizione puntuale del progetto specifico su una base di malinformazioni condite da generalizzazioni ideologiche contrarie ad ogni forma di allevamento.
Per mia diretta esperienza (sono stato per molti anni responsabile ambientale per gli allevamenti in Arpa FC), l’impatto di un moderno allevamento può essere ben ammortizzato da adeguate prescrizioni in fase di rilascio della autorizzazione integrata ambientale. Così l’impatto paesaggistico, così l’odore, così l’inquinamento idrico e lo smaltimento della pollina, così il consumo idrico e la movimentazione dei mezzi. La malinformazione suggerisce che questi aspetti non siano gestibili, forse in base a precedenti esperienze di pessime conduzioni. Io ho visto tante buone gestioni senza problemi ambientali e so che una grande ditta non ha interesse a gestire male un insediamento moderno ed è ben disponibile ai miglioramenti.
E se non si fa alla Cavallara, in zona agricola distante dall’abitato, in sostituzione di un vecchio allevamento esistente (la sospensione dell’attività non annulla i diritti) dove si dovrebbe fare? È un territorio a vocazione turistica: si faranno prescrizioni più stringenti. Il traffico pesante aumenta: certo, ma si possono prescrivere orari adeguati e controllare puntualmente. I polli producono ammoniaca e polveri sottili: è vero, ma sono trascurabili nel contesto agricolo locale. Riguardo al riscaldamento globale, per un mondo animalista, vegetariano o vegano, non mi sembra questa modesta realtà locale la sede giusta per dibattere: se lo si fa si intende manipolare il dibattito con suggestioni improprie.
Insomma, non sono bastate le bestialità novax per imparare a diffidare delle suggestioni manipolate?
Io non becco! E voi?
Roberto Merloni