La deposizione delle corone al monumento ai Caduti di Montale, e poi il corteo fino al monumento ai caduti di Castelnuovo, accompagnati dal Corpo bandistico Parmiggiani di Solignano. Il ritrovo in Municipio, con i saluti del presidente dell’Anpi comunale, Massimiliano Meschiari, e del sindaco di Castelnuovo, Carlo Bruzzi, presenti gli studenti dell’Istituto comprensivo ‘G. Leopardi’. Si sono svolte questa mattina, alla presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, le celebrazioni del 72.a anniversario della liberazione di Castelnuovo Rangone (Mo).
“Proprio oggi, 72 anni fa, Castelnuovo Rangone veniva liberata dal nazifascismo – ha ricordato il presidente della Giunta regionale –. Un giorno di felicità, offuscata però dal lutto che ancora viveva il paese. Pochi giorni prima, infatti, il bombardamento del Torrione e del centro del paese aveva fatto dodici vittime civili, tra cui donne e bambini”.
“C’è una ragione per la quale ciò che era tragicamente quotidiano a Castelnuovo 70 anni fa, così come in molte parti delle nostre terre, oggi non lo è più, ma continua invece ad esserlo in tanti altri luoghi del Mondo, come ad esempio in Siria, e questa ragione si chiama Europa – ha sottolineato Bonaccini –. Penso al lungo e faticoso processo di unione dell’Europa, all’idea che popoli e nazioni, nemici in mille guerre, potessero immaginare un futuro di cooperazione. Eppure, c’è chi oggi mette in discussione la scelta europea: ma come ieri furono soprattutto i giovani a dire ‘no’ alla dittatura e alla guerra, anche oggi devono essere soprattutto loro, i giovani, a dire ‘No’ a queste voglie di fuga nel passato. I partigiani e le partigiane della Resistenza avevano chiara la visione del futuro: un’Italia libera e forte, in un’Europa libera e unita, in un Mondo libero e giusto”.
E proprio col pensiero rivolto alle nuove generazioni, il presidente della Regione si è detto convinto “che il futuro parta dalla conoscenza e dalla memoria. E’ dunque importante che le istituzioni locali, regionali e nazionali non facciano mai mancare la loro attenzione, la loro presenza e anche il loro appoggio concreto a tutte le iniziative promosse sul territorio. Su questo abbiamo oggi a disposizione uno strumento in più: la legge regionale per la Memoria del Novecento, la legge 3 del 2016, che conferma l’impegno della Regione e si propone di valorizzare e mettere a sistema le tante iniziative e i tanti progetti pensati e realizzati in Emilia-Romagna, in particolare per quanto riguarda quelli nelle scuole e con gli studenti. E’ una legge che parte proprio dall’idea che la memoria condivisa non debba mai venire meno – ha chiuso Bonaccini – facendo invece da base per un futuro che possa continuare ad essere di pace e di prosperità”.