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Alberto Malfitano chiude gli appuntamenti del ciclo “Dimensione Romagna”

Ultimo appuntamento domani pomeriggio, venerdì 21 aprile, per la serie di incontri “Dimensione Romagna. Nostalgie, utopie o strategie per il futuro?”, organizzata a Rimini da Edizioni Minerva, Bononia University Press e Società editrice il Mulino, con la collaborazione di Biblioteca Gambalunga, Rimini, QN Il Resto del Carlino, Romagna Arte e Storia rivista di cultura, Chiamami Città, Romagna Acque Società delle Fonti Spa.

Domani alle 17.30, alle Sale antiche della Biblioteca Gambalunga, lo storico Alberto Malfitano presenta il libro “Il governo dell’acqua. Romagna Acque Società delle Fonti dalle origini a oggi (1966-2016). Introduce Pietro Caruso, direttore Romagnawebtv.it

Nel 1966, con una scelta decisamente saggia e lungimirante, gli amministratori locali dell’epoca decisero di dare vita al Consorzio Acque per le Province di Forlì e Ravenna. La “prima pietra” di un percorso lungo mezzo secolo che oggi vede come protagonista Romagna Acque-Società delle Fonti Spa, “erede” del Consorzio nato allora.

All’epoca, la situazione idropotabile della Romagna era problematica: diverse parti del territorio (soprattutto nel ravennate) registravano frequenti momenti di carenza idrica, un problema che si era tramandato nei secoli. Negli anni della ricostruzione e del boom economico, dunque, gli amministratori decisero di costituire un consorzio che avesse come obiettivo la costruzione di un grande “serbatoio” di buona acqua, e di una rete acquedottistica che la distribuisse dalla montagna alla pianura. Ecco allora la progettazione e la costruzione della diga di Ridracoli – i lavori si svolsero dal 1976 al 1982 – e finalmente, nel 1987, l’avvio della distribuzione da parte dell’Acquedotto della Romagna, che a Ridracoli fa capo.

“Il governo dell’acqua” racconta la storia di questo mezzo secolo di vita. Attraverso la ricostruzione della storia di Romagna Acque e dei suoi tanti protagonisti, da Icilio Missiroli ad Angelo Satanassi, da Lanfranco Turci a Giorgio Zanniboni, il volume passa in rassegna un pezzo di storia della Romagna, intesa come area vasta in cui una iniziativa sorta dal basso, dalle amministrazioni comunali, per risolvere un problema grave e sentito dalla popolazione, è riuscita a trovare forma concreta con l’aiuto decisivo della Regione e dello Stato.

ALBERTO MALFITANO è ricercatore di Storia contemporanea nel Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna, Campus di Rimini. Fra i suoi temi di ricerca vi è la storia del territorio e delle interazioni tra uomo e ambiente, temi sui quali ha pubblicato “Un’autostrada per l’Appennino. La superstrada E7-E45 e il dibattito sulla sua costruzione” (con M. Adorni, Bologna, 2006) e “Un territorio fragile. Dibattito e intervento pubblico per l’Appennino tra Reno e Adriatico, 1840-1970” (Bologna, 2011).

PIETRO CARUSO, giornalista dal 1980, ha collaborato con numerosi quotidiani, tra i quali “Avanti”, “Giornale di Brescia”, “Il Resto del Carlino”, “La Gazzetta”. È stato capoufficio stampa e relazioni esterne dell’Azienda di Promozione Turistica del Circondario di Rimini. Fondatore nel 1993 del “Corriere Romagna”, poi  redattore a Ravenna e Forlì. Dal settembre 2015 dirige il giornale web Romagnawebtv. È direttore dal 2004 della rivista “Il Pensiero Mazziniano”.

La dimensione Romagna è già stata individuata come ambito ottimale per il posizionamento di asset fondamentali per la qualità dei servizi e lo sviluppo: i trasporti, la sanità, l’ambiente, la formazione universitaria, il rifornimento idrico, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, l’energia, la cultura e il turismo, solo per citare i più importanti. Forse è arrivato il tempo di dare il valore aggiunto di una visione strategica, partecipata e condivisa a questo imponente sforzo di riposizionamento competitivo. Anche importanti organizzazioni sindacali e strutture di servizio si stanno riorganizzando su scala romagnola.

Tutto ciò testimonia che i tempi sono maturi per superare asfittiche rivendicazioni campanilistiche e affrontare, consapevoli della propria identità e delle proprie eccellenze culturali, turistiche e produttive, le sfide della competizione globale.

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