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Gennaro Mauro dice la sua sulla vendita delle azioni Hera

Gennaro Mauro, capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità in consiglio comunale, ha emesso un comunicato per esprimere il proprio parere sulla approvazione, in Commissione consigliare, di vendere quote azionarie di Hera, recuperando 9,1 milioni di euro destinati a investimenti.

Quando si tratta di dismettere le azioni Hera, l’atteggiamento dell’amministrazione Gnassi è sempre molto timido. Dal centrodestra – dice il comunicato – siamo del parere che bisogna recidere definitivamente ogni legame con Hera e oggi non possiamo che accogliere con favore che si proceda alla vendita di una quota di azioni seppure sia stato indotto esclusivamente dalla difficoltà di Gnassi di reperire  risorse economiche per investimenti non più prorogabili.

Le condizioni per dismettere la nostra quota di azioni in Hera sono ottimali, l’attuale quotazione è pari ad euro 2,70 ad azione. Basta pensare che il valore attuale del flusso dei futuri dividendi per azione attesi eguaglierebbe il valore atteso di vendita di ogni azione solamente in un arco temporale di oltre 25 anni.

Ciò significa che pur percependo dividendi costanti per i prossimi 25 anni, questi non raggiungerebbero – continua Gennaro Mauro – le risorse economiche che otterremo oggi dalla vendita delle azioni. 

Siamo dell’avviso che sarebbe stato conveniente per le casse comunali programmare la vendita di tutta la partecipazione in Hera pari al 1,62% del capitato sociale, incominciando oggi da quelle “libere dai vincoli del patto di sindacato”, per poi procedere nel giugno 2018 a vendere la restante parte una volta svincolati dal patto di sindacato sottoscritto insieme agli altri soci pubblici. 

Comprendiamo la reticenza delle amministrazioni comunali legate al Partito Democratico, ma bisogna incominciare a guardare Hera, non più come l’azienda di famiglia – prosegue il comunicato – che produce utili milionari per erogare “servizi di interesse generale” in un sistema monopolista scaricando i costi e le inefficienze sulla  collettività.

Gnassi naturalmente procede per piccoli passi, dismette solo il 66% delle azioni rese libere a seguito dell’adesione di Hera all’Istituto “del voto maggiorato” che consente di controllare l’azienda con il solo 35% delle quote azionarie. A nostro avviso l’amministrazione comunale avrebbe dovuto vendere anche le restanti 1.880.000 azioni “libere dal patto di sindacato”, ciò avrebbe comportato una disponibilità per le casse comunali di ulteriori 4 milioni e mezzo di euro da investire.

Risorse importanti quelle che mancano all’appello, sopratutto da legate alla possibilità di riqualificare delle cosiddette “periferie” della zona nord e sud. Dobbiamo registrare con disappunto – conclude il capogruppo del Movimento Nazionale – che per gli introiti previsti dalla vendita delle azioni Hera neanche un euro sarà investito per tali ambiti territoriali.

Ci aspettavamo che fossero destinati investimenti per rilanciare il Polo del Benessere di Miramare, pare che sia in conclusione un accordo nell’ambito dell’arbitrato per riappropriarci delle azioni vendute “maldestramente” dai precedenti amministratori comunali del centrosinistra, ma dobbiamo  prendere atto che così non sarà”.

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