Donne più determinate a lasciarsi alle spalle le violenze subite, ma anche più donne vittime di violenze e maltrattamenti. E casi più gravi. Aumenta, inoltre, la percentuale di coloro che hanno subito violenza sessuale. Il Coordinamento dei 15 Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna accende i riflettori su questi trend alla vigilia della giornata internazionale per il contrasto alla violenza contro le donne diffondendo i dati parziali, aggiornati allo scorso 31 ottobre. E ricordando che quella di domani “è una giornata di lotta, che si inserisce in una storia d’impegno quotidiano e decennale dei nostri Centri aderenti”. Ebbene, i dati. Gli accessi ai Centri del Coordinamento “mostrano un aumento delle ‘donne in percorso’ rispetto al 2021, dovuto ad un incremento dei percorsi superiori ad un anno. Il dato evidenzia, da un lato, la determinazione delle donne nel portare a termine il progetto di fuoriuscita dalla violenza, ma, dall’altro, riflette un aumento dei casi di violenza più gravi, che solitamente comportano iter di emersione più lunghi”.
Aumenta, poi, la percentuale delle donne vittime di violenza sessuale, “dato di difficile interpretazione, poiché sappiamo che l’incremento dei casi registrati non sempre corrisponde ad un maggiore numero di reati, ma spesso riflette il dato positivo di una maggiore emersione del fenomeno, generalmente caratterizzata da un forte sommerso”. Le donne che si sono rivolte ai 15 Centri dall’1 gennaio al 31 ottobre di quest’anno sono state ben 3.766 e 3.550 (il 94%) hanno subito violenza. Le donne nuove vittime, ovvero le donne che si sono rivolte per la prima volta ad un Centro, sono state 2.451, mentre le donne in percorso da anni precedenti sono state in totale 1.099Come è stato spiegato oggi nella Questura di Rimini, l’ammonimento del Questore nasce per garantire alla vittima una tutela rapida ed anticipata rispetto alla definizione del procedimento penale e consiste nell’avvertimento, rivolto dal Questore allo stalker o al maltrattante, di astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza domestica.
Ricorrere all’ammonimento è molto semplice. La vittima deve esporre i fatti a qualsiasi ufficio di Polizia o Carabinieri e avanzare richiesta al Questore di ammonimento nei confronti dell’autore delle condotte persecutorie o della violenza domestica. Il Questore, verificati i fatti, adotterà il provvedimento e l’autore verrà diffidato alla prosecuzione delle condotte.
Le donne ospitate dall’1 gennaio al 31 ottobre sono state 283, +22% rispetto all’anno precedente (nel 2021 erano state 232); i figli sono stati 261 (+9%, nel 2021 erano stati 240) per un totale di 544 donne e bambini ospitati. Le notti di ospitalità sono state 48.268, in media 89 notti per donne e figli. Rispetto al 2021, aumentano le donne in percorso da anni precedenti, mentre diminuiscono di poche unità le donne nuove che subiscono violenza. “Un dato che indica, in generale, una maggiore durata dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza”. E per i Centri antiviolenza, appunto, “questo può essere letto come indicatore di due fenomeni”. E quindi: da una parte, “la lunghezza dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza dipende in larga parte dalla gravità della situazione, ed un allungamento dei tempi riflette quindi un generale incremento della gravità o complessità delle situazioni di violenza, o una più alta difficoltà nel raggiungere autonomia abitativa”.
D’altra parte, si vede più “determinazione delle donne ad uscire dalla violenza e a portare a compimento i percorsi”. Considerando solo le donne nuove che hanno subito violenza, quelle nate in Italia sono il 62%; le donne non nate in Italia il 38%, “un dato evidentemente molto al di sopra della presenza percentuale delle donne non nate in Italia nella nostra regione, che indica quindi una maggiore fragilità delle donne nate in altri Paesi nei termini di una minore disponibilità di risorse e di una rete familiare e amicale di sostegno”. Le donne con figli sono il 71,8%, le donne senza il 28,2%. Il 50% dei figli delle donne nuove accolte ha subito violenza diretta o assistita
Viene attivato anche a Rimini, come già fatto in altre 54 Questure italiane, il protocollo Zeus che offre un percorso gratuito di riabilitazione alle persone violente.
L’obiettivo è aiutarle a “capire la causa dei propri errori e cercare di correggerli prima che l’aggressività degeneri”. E mitigare così dati da bollettino di guerra: sono infatti 175 le denunce nel 2021 per reati connessi alla violenza di genere acquisite dalla Squadra mobile, di cui 52 negli Uffici specializzati e gran parte con modalità dell’ascolto protetto.
Quest’anno sono 150.
Tutto parte dall’ammonimento da parte del questore, spiegano alla stampa le Forze dell’ordine, che nasce per garantire alla vittima una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione del procedimento penale. Dunque lo stalker o il violento viene avvertito di astenersi dal commettere ulteriori atti. Per ricorrere all’ammonimento, la vittima deve esporre i fatti a qualsiasi ufficio di Polizia o Carabinieri e avanzare richiesta al questore. Ma non si tratta di una mera notifica, si entra nel cuore di ogni singola situazione offrendo contestualmente la possibilità di uscire da quella spirale di rabbia senza controllo. Si cercherà così di far comprendere l’opportunità offerta al soggetto ammonito di entrare a far parte di un percorso di recupero che, se seguito, consentirà di interrompere il ciclo della violenza prima di arrivare a conseguenze estreme.
Grazie al Protocollo Zeus questo percorso è totalmente gratuito: sono appunto 54 le Questure, il 47%, che hanno firmato dei Protocolli oppure hanno avviato interlocuzioni per l’invio e la presa in carico delle persone ammonite da parte di Centri specialistici. La sottoscrizione non rappresenta una mera dichiarazione di intenti, ma prevede anche la formazione specifica per il personale, e l’efficacia è dimostrata dai dati: pur rappresentando solo il 47% di tutte le Questure, in quelle sedi sono stati irrogati il 54% di tutti gli ammonimenti emessi nel periodo.
La percentuale di ammoniti che hanno aderito al trattamento e che sono, successivamente, risultati recidivi è stata, in media, dell’11%; quindi circa il 90% di questi non commette ulteriori comportamenti violenti. In nessuno dei casi di femminicidio registrati quest’anno al presunto autore era stato irrogato un ammonimento o altra misura di prevenzione. Più in dettaglio, la percentuale di ammoniti che hanno aderito al trattamento e che sono, successivamente, risultati recidivi decresce nel tempo. Se nel 2020 i soggetti denunciati per atti persecutori dopo essere stati ammoniti erano il 20% di tutti quelli a cui era stato irrogata la misura di prevenzione, nel 2022 si scende al 9%.
Stesso andamento per le persone ammonite per violenza domestica.
(Agenzia DIRE)