Sono grato ad Alfredo Arcangeli, e mi compiaccio di aver saputo dirglielo, perché mi ha insegnato qualcosa di come è fatto il famoso riformismo emiliano-romagnolo, un intreccio di passione politica e di concretezza operativa. Non ci siamo frequentati con particolare assiduità ma se oggi ricordo bene alcuni dei nostri incontri, significa che ebbero una certa importanza. Almeno per me.
Il primo ricordo risale ai primi anni ’70 quando, insieme ad alcuni valorosi colleghi insegnanti, mettemmo in piedi quel Movimento Insegnanti che poi diede vita alla CGIL-Scuola della provincia di Rimini. Eravamo nel pieno di una rivolta studentesca che a Rimini fu particolarmente lunga e vitale. Noi insegnanti dovevamo spesso decidere da che parte stare, da quella della conservazione, da quella del radicalismo giovanile, da quello di un riformismo che doveva per forza essere radicale. Il rapporto con Alfredo, allora segretario Generale CGIL Rimini , fu fecondo per la gestione di questa specifica difficoltà. Gli incontro/scontri con lui credo siano stati vitali per entrambe le parti.
Il secondo ricordo risale a molti anni dopo, forse era il 1986. Avevo lasciato la scuola per approdare all’Assessorato all’Ambiente della Regione, Alfredo aveva lasciato il Sindacato per approdare all’Assessorato Ambiente del Comune di Rimini. Eravamo dentro la “tempesta perfetta” dell’eutrofizzazione dell’Adriatico e, grazie ad una grande mobilitazione, avevamo ottenuto dal Governo Craxi un importante finanziamento (2600 miliardi di lire di cui 270 in regione) per depurare le acque della Pianura Padana.
Riunione a Bologna degli amministratori della costa. Alfredo gioca d’anticipo, prende la parola fra i primi e mi invita apertamente a ignorare ogni possibile “conflitto d’interessi”, ogni personale imbarazzo, e finanziare, da riminese, il nuovo Depuratore di Rimini.
“Rimini merita il Depuratore nuovo perché ha realizzato il primo depuratore in Italia, ormai obsoleto!” disse con fermezza spiazzando i colleghi. E giuro che non ci eravamo accordati. Così Alfredo tornò a Rimini con oltre 20 miliardi per il primo lotto del depuratore di S.Giustina.
Negli anni ’90 eravamo entrambi Sindaci dei nostri comuni, Rimini e Torriana e ci trovammo a gestire la riorganizzazione e lo sviluppo della Sanità provinciale con non pochi conflitti. Alfredo alle riunioni dei Sindaci della Provincia, portava sempre dosi massicce di buon senso, mai rinunciava però a cercare passi in avanti, usando l’arma sindacale della motivata rivendicazione.
Nei primi anni 2000 ero Amministratore Delegato dell’APT Regionale. Pensavo che, terminata l’esperienza di Sindaco, Alfredo, già avanti negli anni, si fosse fermato. No, al contrario, con entusiasmo giovanile mi coinvolse nella valorizzare dei castelli della Valmarecchia a cui si era dedicato producendo materiali promozionali e convegni.
Era dotato di entusiasmo e vitalità inesauribile ed ha avuto dalla Natura il premio di una lunga e fruttuosa esistenza.
Giuseppe Chicchi
(Nell’immagine in apertura: Maggio 1974. Rimini, manifestazione antifascista in Piazza Cavour, parla Alfredo Arcangeli)