I lavoratori del ristorante SBOROUN trascorreranno 5 giorni a Barcellona, quelli del COCONUTS per lo stesso periodo saranno a Gran Canaria.
Un approccio al lavoro ed al rapporto tra imprenditore e dipendente che vede corsi di formazione gratuiti, incentivi aziendali per i consumi, ed oggi la vacanza aziendale.
Scrive Lucio Paesani: “Oggi con grande piacere parto per le Canarie. Porto con me la mia famiglia, e 28 ragazzi che quest’estate hanno lavorato al COCONUTS.
Una parte della mia famiglia allargata, quella con cui passo più tempo: quella del lavoro.
Non è la prima volta.
Era successo nel 2004, quando andammo in Messico in 14, successe nel 2009, quando in 42 si parti alla volta di Ibiza, e succede oggi, 12 anni dopo.
Succede dopo aver attraversato la più grave crisi finanziaria della storia, il cambio di coordinate economico finanziarie – prosegue la nota di Lucio Paesani, Presidente CdA COCONUTS DREAM – che sta mettendo all’angolo la piccola e media impresa con vergognose limitazioni al credito, una pandemia lunga due anni che ha colpito duro e di più il nostro settore, e la nuova emergenza energetica che rischia di proseguire il “lavoro” fatto dal COVID.
Quello che facciamo oggi non è, e non vuol essere uno spot modello “GREEN WASH”, cui tanti falsi ecologisti con business parallelo ci hanno abituato.
Quello che facciano oggi – continua Lucio Paesani – rappresenta la nostra umile risposta al dibattito che ha incendiato l’estate circa il reddito di cittadinanza.
Pensiamo che non ci possano essere né DIRITTI, né SOLIDARIETÀ quando il merito non è riconosciuto ma al contrario umiliato da truffe e furbizia.
Quello che facciamo oggi, nel nostro piccolo, è una sfida verso chi non comprende che il mondo è in continuo mutamento, è l’affermazione di un principio secondo cui nella post modernità non esistono più PADRONI E SCHIAVI, ma soprattutto l’affermazione di un credo ANTICO: LA PARTECIPAZIONE DEI DIPENDENTI ALL’UTILE DELL’AZIENDA secondo criteri meritocratici.
Chi ciancia circa fantasiosi aumenti di stipendio minimo, senza preoccuparsi di creare le condizioni affinché le aziende lo possano REALIZZARE, è intellettualmente corrotto e scorretto.
Ad inizio stagione quando illustrai al mio staff traiettorie, politiche aziendali ed obiettivi PROMISI di dividere con chi mi avesse seguito con passione il RISULTATO, ed oggi – conclude la nota di Lucio Paesani – mantengo la promessa, come la mantenemmo, quando chiusi, non ristorati, e con la cassa integrazione in ritardo di 6 mesi distribuimmo ciò che era rimasto in cassa ai nostri collaboratori affinché potessero continuare a far la spesa per le proprie famiglie”.