Cerca
Home > Eventi Cultura e Spettacoli > San Vito: folla all’inaugurazione dell’area archeologica del Ponte dei misteri

San Vito: folla all’inaugurazione dell’area archeologica del Ponte dei misteri

Perchè costruire un ponte di otto e più arcate sul piccolo Uso quando per attraversare il Marecchia ne era bastano uno di cinque? E’ uno dei tanti enigmi che circondano “e’ Puntàzz”, il ponte romano di San Vito che da ieri può essere goduto in un’area archelogica nuova di zecca.

Voluto probabilmente da Augusto (nel 1949, a pochissimi metri dal ponte, fu trovato un miliario, oggi al Museo della Città, che attesta il restauro della via Emilia da parte dell’imperatore  nel 2 a.C.) come l’Arco e il Ponte di Rimini, a differenza di quest’ultimo non resistette al tempo e soprattutto all’uomo: finì per essere utilizzato come cava di materiali. Secondo le ipotesi di molti studiosi, da Giovanni Rimondini a Lorenzo Braccesi, tutti questi monumenti augusteti facevano parte dello stesso, grandioso messaggio propagandistico: la ritrovata pace di Roma dopo decenni di feroci guerre civili. Dunque una porta sempre aperta verso l’Urbe, l’Arco; un Ponte eterno per entrare in tutta sicurezza in Ariminum, il primo avamposto di Roma nella “Gallia”. E un altro spropositato ponte laddove si sarebbe consumata la sacrilega invasione del pomerium, il confine della Repubblica, da parte del padre adottivo di Ottaviano: Giulio Cesare. Dunque l’Uso non sarebbe altro che il vero Rubicone.

Di quelle otto e “forse più” arcate ne è rimasta una mezza, presso le “Genghe” dove le donne di San Vito lavavano i panni. Lì vicino, la pieve che già esisteva nel IX secolo. E il ponte Bailey costruito dagli Inglesi durante la guerra e poi riuscito comodo per la popolazione fino ai giorni nostri.

Tutto ciò fa parte ora della “nuova area archeologica del ponte di San Vito”  inaugurata ieri con una partecipatissima festa. Un momento di grande condivisione a cui hanno partecipato, oltre a numerosi cittadini e residenti, anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, la sindaca del Comune di San Mauro Luciana Garbuglia e l’assessore delegato per il Comune di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, per la posizione di confine che caratterizza San Vito e la presidente della Banca Malatestiana, Enrica Cavalli.

Una festa, voluta per accogliere la nascita di un altro luogo simbolico e identitario della città, organizzata dalla pro loco di San Vito insieme alla parrocchia e Anthea. La nuova area archeologica del ponte di San Vito è stata riqualificata grazie al progetto che ha portato alla valorizzazione del ponte romano, del suo ruolo storico. Fra gli interventi, anche la realizzazione di un percorso ad anello in grado di unire le rovine del ponte, l’antico tracciato della via Emilia e il fiume Uso. Una nuova pavimentazione, panchine, aiuole valorizzano la via che dal sagrato della chiesa dei santi Vito e Modesto conduce all’area del ponte, con un sistema di illuminazione che ne consente la fruizione anche notturna.

Il sito restituito alla città è stato realizzato dal Comune di Rimini attraverso Anthea e sostenuto dalla Banca Malatestiana, con il vaglio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

“È per me motivo di grande orgoglio presenziare all’inaugurazione di questo sito, così caro alla Banca – ha detto il Presidente di Banca Malatestiana Enrica Cavalli – Proprio qui vicino, la Banca ha messo le sue radici e mosso i primi passi, coltivando costantemente i valori del credito cooperativo.Una banca che da sempre opera per promuovere e sostenere lo sviluppo a livello locale, con lo spirito di collaborazione, solidarietà e presenza verso la comunità di riferimento. Questi sono i valori che ci hanno spinto a sostenere questa importante opera di riqualificazione. Un’opera all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale, non limitata al solo restauro dell’antico ponte, protagonista e punto di riferimento di un’area vicina al cuore dei cittadini, ma che valorizza anche il ruolo storico del sito archeologico e i suoi legami con gli elementi territoriali e sociali che lo circondano.”

“Questo progetto – dichiara il sindaco Jamil Sadegholvaad – è stato voluto proprio con l’obbiettivo di valorizzare l’area archeologica del ponte di San Vito, attraverso la riscoperta del suo ruolo storico e dei legami con gli elementi territoriali che lo circondano, sviluppandone le fruizioni attraverso un insieme di interventi. La festa di ieri molto partecipata ha dimostrato ancora una volta quanto la comunità sia coinvolta e interessata a progetti come questi,  che  sono in grado non solo di riqualificare e rendere più bello un luogo storico, ma restituiscono simbolicamente un’appartenenza identitaria importante per mantenere vivo il senso di comunità”.

Ultimi Articoli

Scroll Up