Il testo è inedito, è l’opera ritrovata del più grade poeta, scrittore e drammaturgo della letteratura occidentale, William Shakespeare. Sul palco del Novelli (sabato 8 aprile) la Compagnia Bella Produzioni presenta “Thomas More”. Tra commedia e dramma un affresco del mondo del teatro elisabettiano, dei suoi protagonisti, scritto dal bardo di Stratford upon Avon.
Era stato il Meeting dell’Amicizia dello scorso agosto l’occasione per la prima rappresentazione assoluta in Italia di “Thomas More”, il testo teatrale inedito scritto da William Shakespeare e portato in scena da Compagnia Bella Produzioni. L’appuntamento si rinnova domani (Teatro Novelli ore 21) con una seconda serata a disposizione del pubblico riminese per scoprire l’opera meno conosciuta, scoperta dai curatori della British Library tra testi dell’epoca dedicati a Tommaso Moro, del drammaturgo inglese. In scena Giampiero Pizzol, Andrea Soffiantini, Giampiero Bartolini, Andrea Carabelli e Isotta Ravaioli per la regia di Otello Cenci.
Lo spettacolo, presenta in una divertente forma teatrale propria del teatro elisabettiano, temi e personaggi della vita politica e letteraria britannica dell’epoca. Dialoghi e drammatizzazione del testo cercano di far luce sugli ideali, le passioni, la capacità di rappresentarli dell’autore, e su come rimangono attuali e coinvolgenti per ogni persone anche a 400 anni dalla scomparsa del più grande scrittore della letteratura occidentale.
Sul palco osserviamo William Shakespeare all’interno della Taverna della Sirena di Londra, mentre dialoga e si confronta con i due attori più famosi della compagnia dei Lord Chamberlain’s Men e incontra Anthony Munday: uno dei personaggi più illustri del teatro, della cultura e degli intrighi della corte inglese, e considerato quasi certamente spia della regina Elisabetta I. Al centro della rappresentazione trovano così posto temi quale un riflessione su ruolo e missione del teatro e su come ci offra la possibilità di riflettere, anche in forma divertente, sull’eterno rapporto tra bene e male e sulla nostra condizione di uomini.