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Asta decisiva per l’ex colonia Bolognese, Emendatori in pole position?

Domani 2 agosto a Rimini è prevista l’asta per l’assegnazione della ex colonia Bolognese, a Miramare sul confine con Riccione. E voci sempre più insistenti dicono che in pole position ci sia Giordano Emendatori, da solo o con altri. Sarebbe stato infatti l’ex patron della MEC 3 a bloccare la prima offerta di 2,6 milioni presentata il 26 maggio dall’impreditore Orfeo Bianchi.

Quel giorno era arrivato un rilancio a sorpresa: qualcuno aveva messo sul piatto 4 milioni di euro, versando di lì a poco la “caparra” da 400 mila euro richiesta per legge.

Alla nuova asta di domani potranno partecipare tutti ed eventuali nuove offerte devono essere presentate entro oggi, 1 agosto. Se entro 24 ore non giungeranno altri rilanci, il grande complesso abbandonato da anni andrà definitivamente a chi il 26 maggio si era presentato con quei 4 milioni.

Si tratta di Giordano Emendatori? Il diretto interessato si trincera dietro il classico “no comment”, aggiundendo sbilinno: “Sì, ho sentito anche io tante voci che mi riguardano”.

Emendatori aveva ceduto il 100% della sua società Optima Srl al fondo americano Riverside company. All’epoca Optima, da tutti conosciuta per il marchio MEC 3, fatturava circa 80 milioni di euro, il 75% realizzato all’estero; si dice che gli americani avessero valutato l’azienda 160 milioni.

Nato nel 1951 in una modesta famiglia di Morciano, Giordano Emendatori aveva iniziato come cameriere negli alberghi della Riviera mentre in inverno si era inventato come agente commerciale, lavorando soprattutto in Germania. Lui stesso ricorda i 130 mila chilometri all’anno macinati con la sua Fiat 128. Nel 1984 torna a Morciano e fonda la Mec 3 insieme a Mirko Morotti e Giuseppe Casadei, fonda la MEC 3 (= Morotti Emendatori Casadei e 3 il numero dei soci) per produrre semilavorati per gelateria e pasticceria. L’azienda cresce vigorosamente, fino a occupare 300 persone nello stabilimento di San Clemente, mentre si moltiplicano le partecipazioni anche in altre imprese.

Un piccolo impero dai cui il vulcanico imprenditore sarebbe partito per iniziative economiche in ogni campo, dagli hotel a Firenze e Venezia alla ristorazione, passando per le viticolture più innovative sulle sue amate colline della Valconca.

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