Si è svolto ieri sera, nell’inedita cornice della Piazza Francesca da Rimini la seduta tematica del consiglio comunale dal titolo “Femminicidio: cause, interventi, e rappresentazioni mediatiche. Contrasto alla violenza e alla discriminazione di genere, e sviluppo di una rete territoriale di promozione delle pari opportunità”.
La seduta è stata introdotta dal sindaco Jamil Sadegholvaad, che ha preceduto gli interventi della vicesindaca Chiara Bellini, di Elvira Ariano dell’associazione Rompi il Silenzio, Donato Piegati dell’associazione Dire Uomo per il trattamento di uomini maltrattanti.
La professoressa Pina Lalli, ordinaria in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Bologna ha poi presentato alcuni dati dell’osservatorio di ricerca sul femmicidio, con un approfondimento sulla sua rappresentazioni nella cronaca e negli atti dei tribunali.
Dopo la presentazione da parte della Commissione pari opportunità del Comune di Rimini, e gli interventi dei gruppi consiliari, è stato approvato (6 gli astenuti) l’ordine del giorno “Femminicidio: cause, interventi e rappresentazioni mediatiche” presentato dalle consigliere comunali Barilari, De Leonardis, Di Natale, Guaitoli, Lisi, Marchioni, Messori, Soldati.
IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE SI IMPEGNANO:
- A potenziare la rete territoriale di contrasto alla violenza con i diversi comuni della provincia di Rimini;
- A sostenere e favorire iniziative volte a una diffusione capillare nella comunità della capacità di riconoscere i segnali e le dinamiche della violenza degli uomini contro le donne, con l’obiettivo di agevolare la richiesta di aiuto da parte delle donne grazie ad una maggiore consapevolezza e sensibilità della cittadinanza e delle istituzioni;
- A coinvolgere forze dell’ordine, ordini professionali, istituzioni ed aziende in attività di formazione sul riconoscimento della violenza e delle sue radici culturali, per limitare la vittimizzazione secondaria delle donne che chiedono aiuto e facilitare pertanto l’emersione della violenza e la fuoriuscita di chi la subisce;
- Ad individuare all’interno di tali realtà delle figure di riferimento che siano in grado di aiutare le donne vittime di violenza, fornendo informazioni sui servizi a disposizione sul nostro territorio. Al Pronto Soccorso ad esempio, dove le donne vittime di violenza vanno a medicarsi e poi, se le prognosi non superano un ceto numero di giornate, tornano a casa senza nessun tipo di supporto. O nelle RSA, dove le donne ospiti spesso subiscono maltrattamenti senza avere alcuna possibilità di difendersi e denunciare;
- A coinvolgere in particolare i media in attività di formazione che li portino ad adottare parole e modalità di comunicazione che evitino, nella narrazione della violenza e dei femminicidi, stereotipi vittimizzanti nei confronti delle donne e a riconoscere il ruolo fondamentale che una narrazione sensibile e non sensazionalista può avere nel favorire il riconoscimento della violenza e delle sue dinamiche, e conseguentemente nel prevenirla;
- A potenziare il lavoro di prevenzione nelle scuole attraverso la formazione e sensibilizzazione del personale, del corpo docente e delle/gli studenti, prestando particolare attenzione all’ascolto delle idee e degli stimoli provenienti da questi ultimi su come costruire relazioni non violente tra i sessi;
- A contrastare, con la massima urgenza, la violenza contro le donne assumendola come priorità nel definire le politiche di uguaglianza e pari opportunità fra uomini e donne, quali ad esempio l’adozione di codici di comportamento per gli uffici pubblici, come esempio virtuoso per quelli privati, in modo da favorire la diffusione di una cultura del rispetto e della libertà delle donne in ambito familiare, pubblico e lavorativo, dove troppo spesso le donne subiscono molestie senza avere strumenti chiari ed efficaci per fermarle e denunciarle;
- A potenziare i fattori che favoriscono l’uscita dalla violenza e la rendono possibile e sostenibile, quali l’accesso a casa e lavoro;
- A rafforzare l’impegno al sostegno ai centri antiviolenza e la diffusione di informazioni in più lingue sulla rete comunale di accoglienza e sostegno per le donne che subiscono maltrattamenti e/o coercizione.