Siamo alle prese con la terza e forse tra le più intense ondate di caldo degli ultimi anni, che colloca il mese di giugno 2022 al 3° posto nella classifica dei più caldi di sempre dal 1961 ad oggi. L’Emilia-Romagna, come gran parte del nostro Paese, si trova a fare i conti con un clima rovente destinato a perdurare almeno fino a martedì 5 e mercoledì 6 luglio, e dove l’apice di questa fiammata africana potrà spingere la colonnina di mercurio fino a 37-38 gradi su gran parte della Pianura Padana.
Caldo estenuante, che ricordiamo essere accentuato dagli elevati tassi di umidità, dalle lunghe ore di irraggiamento solare e dalla scarsa ventilazione (se escludiamo le brezze di costa). I 23,4 gradi registrati martedì 28 giugno a San Pietro Capofiume (BO) all’altezza di 1550 metri (confermando un nuovo valore massimo assoluto in libera atmosfera dal 1989), fanno comprendere con quale tipo di massa d’aria abbiamo a che fare.
Tra nuovi record di temperatura e il termometro che nella maggior parte dei nostri centri urbani non scende sotto i 22-23 gradi nemmeno di notte, ci si chiede quando usciremo da questa canicola infernale. Sebbene l’evoluzione mostri ampi margini di incertezza, una tregua sembra profilarsi in vista del weekend del 9-10 luglio. Una rinfrescata ad opera di una perturbazione atlantica metterà a tacere, almeno per qualche giorno, l’opprimente regime anticiclonico che regna quasi incontrastato da più di un mese. Tuttavia gli effetti in termini di precipitazioni sono ancora tutti da stabilire e l’emergenza idrica destinata a continuare.
A Rimini, dal punto di vista termico giugno di quest’anno si posiziona il secondo più caldo dal 1955 alla pari con il 2017: dai 2 a quasi 4 gradi di anomalia sui valori massimi giornalieri in base al clima di riferimento. 6° più secco con soli 17 mm di piogge (-71%). Mentre l’anno idrologico (dal 1° ottobre al 30 giugno) con 401mm è il 7° parziale più secco dal 1958.
Molto peggio è andata in altre zone della nostra regione dove i deficit idrici risultano gravi: preoccupazioni confermate dalle scarse precipitazioni che con soli 200 mm sono risultate molto inferiori rispetto alle attese climatiche; addirittura tra le più basse degli ultimi 60 anni, riflettendosi negativamente sia sull’acqua disponibile nei terreni che, ancor peggio, nella carenza della dotazione idrica.
Roberto Nanni Tecnico Meteorologo Certificato e divulgatore scientifico WMO-AMPRO Meteo Professionisti https://meteoroby.com/