Centrodestra sconfitto a Rimini e Riccione: colpa della “gestione settaria e autoreferenziale della Lega nella nostra provincia da parte del duo formato dai parlamentari Morrone e Raffaelli”. Lo dice oggi Alessandro Ravaglioli, firmandosi “esponente della Lega”, in un intervento sulla stampa locale.
“A Riccione, dove i civici del centrodestra hanno raccolto il 22,85% e cioè il massimo possibile, è palese che la sconfitta è stata determinata dallo scarso risultato dei tre partiti nazionali, che messi assieme arrivano a malapena al 15%, e in particolare della Lega” nonostante potesse “vantare il massimo della rappresentanza istituzionale a Riccione: due consiglieri comunali ed Elena Raffaelli, assessore per 8 anni e parlamentare per 4, unica referente della Lega su Riccione. Ebbene, sotto la guida assoluta della Raffaelli la Lega passa dal 35% ottenuto nelle regionali 2020 a Riccione al 5% delle comunali, con una lista creata e gestita dalla Raffaelli stessa che su 24 candidati ne conta 8 con zero preferenze, 6 con una preferenza (non li hanno votati neppure i parenti più stretti), 3 con meno di 10. Eppure viste le premesse e i ruoli importanti, a Riccione la Lega, se gestita normalmente, avrebbe dovuto avere la fila delle persone per candidarsi”. E ancora, Ravaglioli parla di “chiusura totale verso le persone capaci e con un minimo di autonomia di pensiero”, di “un partito dove da anni nelle riunioni presiedute dalla Raffaelli riecheggia la sua frase più ricorrente: «Chi non è d’accordo quella è la porta…»”.
“Dopo il disastro riminese con Ceccarelli nessuna autocritica. La reazione è stata quella di dire che la colpa era del poco tempo a disposizione, anche se le elezioni erano state spostate in avanti di quattro mesi. Oggi dopo la sconfitta di Riccione si ripete il copione con Morrone che annuncia ricorsi. Al peggio non c’è mai fine e quindi non ci resta che attendere speranzosamente che qualcuno dall’alto ci metta la mani e risolva ’una volta per tutte questa situazione che si è creata nella Lega, e che è diventata oramai impresentabile”, conclude Ravaglioli.
Immediata e al vetriolo la risposta di Elena Raffaelli. “Non ci risulta che Alessandro ‘Dodo’ Ravaglioli sia esponente della Lega come si autocertifica nel commento inviato alla stampa il 18 giugno”, scrive l’onorevole ed ex assessore.
“Anzi – prosegue Raffaelli – il 9 ottobre 2021 lo stesso Ravaglioli dichiarò pubblicamente che lasciava la politica dopo una lunga attività prima in Forza Italia e nel PdL, poi in Lega. Ma della Lega ‘Dodo’ non ha mai capito due dati fondamentali. Il primo, in Lega si discute prima di assumere le decisioni, poi si procede uniti; il secondo, alla Lega non sono congeniali gli schemi consociativi con le opposizioni finte”.
“Ravaglioli mostra ancora un evidente rancore per la mancata candidatura, nel 2021, come sindaco del centrodestra a Rimini. Eppure le ragioni della sua esclusione erano e sono tuttora chiare. Non dimentichiamo che Ravaglioli, in quell’occasione, non solo innescò una sterile e offensiva polemica nei confronti di esponenti leghisti, ma addirittura boicottò il candidato del centrodestra facendogli campagna elettorale ‘contro’. Comportamenti gravi in tema di affidabilità politica”, punto il dito la responsabile della Lega nell’area riminese.
“Oggi, Ravaglioli torna alla carica con i medesimi toni denigratori e ingiuriosi. Occasione il risultato delle elezioni a Riccione. Ogni critica è legittima se basata su fatti veri e contestualizzati o è proposta per stimolare dibattiti costruttivi. Qui invece Ravaglioli si abbandona a una mera e squallida aggressione personale rivolta alla sottoscritta. Invito Ravaglioli a riflettere perché dopo aver messo nero su bianco certe dichiarazioni gli sarà impossibile risalire la china della credibilità in politica. Per quanto mi riguarda, credo di poter andare a testa alta ovunque per l’impegno che ho profuso in questi anni per il territorio riminese e per la mia Riccione in particolare. Se la mia città è tornata a risplendere lo si deve a una Giunta dove la Lega ha lavorato con passione e autorevolezza. E questo è difficile disconoscerlo”, conclude la parlamentare Elena Raffaelli.