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Come faremmo senza le cooperative sociali?

Che cos’è una cooperativa sociale? Su queste forme associative negli ultimi tempi non sono mancate polemiche e anche inchieste della magistratura. Ma si tratta di singoli casi che rischiano di offuscare in grande lavoro che tante persone svolgono ogni giorno e senza le quali tanti bisogni della società non troverebbero risposte.

Le cooperative in generale – quelle sociali in particolare – nascono infatti dall’unione di persone che vogliono darsi una mano e allo stesso tempo dare una mano alla società in cui vivono. Attraverso le idee e il lavoro in comune si crea qualcosa di grande e duraturo. Per il codice civile italiano: “Una società cooperativa è una società costituita per gestire un’impresa con lo scopo di fornire, prima di tutto agli stessi soci, quei beni e servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta”. Le cooperative sono uno dei pilastri dell’economia nazionale, senza di loro il pil crollerebbe di 10 punti. In Italia, secondo i dati dell’Euricse riferiti al 2014, le cooperative sociali in attività erano oltre 12 mila e occupavano più di 300 mila lavoratori. Ma come funzionano queste particolari cooperative?

Ce lo spiega Valentina De Felice, 34 anni da San Benedetto del Tronto, Communication Specialist della Cooperativa Sociale Labirinto di Pesaro che, da oltre quarant’anni, fornisce molti servizi non solo nella provincia di Pesaro- Urbino, ma anche in alcuni comuni del riminese.

Valentina De Felice

Valentina De Felice

Da quanto operate nell’ambito dei servizi alla persona? Da chi è composta la cooperativa sociale Labirinto?

«La cooperativa Labirinto nasce nel 1979, dall’intuizione di un gruppo di giovani diplomati ISEF (L’Istituto Superiore di Educazione Fisica che si è evoluto negli attuali Istituti di Scienze Motorie), che si ‘inventano’ una nuova occupazione nel settore, allora pionieristico, della psicomotricità. Presto la compagine sociale si allarga a nuove professionalità con formazione pedagogica e la cooperativa accompagna la nuova sensibilità della società italiana verso le persone disabili, divenendo protagonista dei primi servizi educativi per questi cittadini e quindi delle politiche di assistenza scolastica e domiciliare che consentono la progressiva integrazione dei disabili nella scuola, dapprima dell’obbligo e quindi anche superiore. Negli anni ’90, che vedono la città di Pesaro collocarsi all’avanguardia in Italia nella promozione di politiche di integrazione sociale, la cooperativa diviene un partner importante per gli amministratori pubblici e collega il territorio all’Europa, facendosi promotrice di progetti comunitari in campo sociale che beneficiano sia la città di Pesaro che altre località dell’entroterra».

Che tipo di servizi erogate?

«Nel corso degli anni, il fatturato, il numero dei soci lavoratori e degli addetti e il patrimonio sono cresciuti e Labirinto diversifica le attività, ampliandole ai servizi per gli anziani, a quelli per l’infanzia e per i minori, all’aggregazione dei giovani, alla salute mentale, al reinserimento di chi viene da un passato di dipendenze patologiche, al collocamento mirato, al sostegno alle donne vittima di violenza, all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. Nella lunga crisi che dal 2008 ha falciato la spesa sociale, servizi e posti di lavoro, la Labirinto, come altre cooperative sociali, è andata in contro tendenza, aumentando il personale, il fatturato, rafforzando la solidità patrimoniale, investendo e innovando. Oggi, Labirinto è tra le più importanti cooperative sociali della Provincia di Pesaro e Urbino e dalle sue file provengono due degli ultimi tre presidenti (tra cui quello in carica) di Legacoop Marche, a testimonianza del prestigio di cui la cooperativa gode sul territorio regionale, mentre un progetto portato avanti con altri partner da Labirinto per l’alfabetizzazione informatica della popolazione anziana è stato inserito recentemente dall’Unione Europea tra le buone prassi da promuovere e generalizzare».

Un incontro con le scuole della Cooperativa Il Labirinto

Un incontro con le scuole della Cooperativa Il Labirinto

Quanti operano all’interno della cooperativa Labirinto?

«I dipendenti, al 31 dicembre 2015, erano 862, mentre i soci, al 31 dicembre 2015, erano 1004».

I vostri servizi sono rivolti solamente a comuni e enti oppure anche a privati?

«Sia pubblici che privati. I clienti pubblici di Labirinto sono Comuni, Aziende Sanitarie, Regione, Provincia, Ministeri, mentre i clienti privati di Labirinto sono enti e utenti finali».

Quante cooperative, come la vostra, esistono in provincia di Pesaro Urbino? E operate anche a Rimini?

«Nella provincia di Pesaro e Urbino sono circa 200 le cooperative, di cui circa 80 sono sociali. La nostra cooperativa da tempo gestisce anche alcuni servizi in provincia di Rimini: le esperienze sono state diverse, ora per esempio conduciamo un laboratorio di ascolto psicologico per il Comune di San Giovanni in Marignano, il Filo di Arianna».

Nella vostra cooperativa operano anche soci volontari?

«Al 31 dicembre 2015 erano 133 i soci volontari della cooperativa. L’imponente lavoro svolto da Labirinto nei delicati settori del sociale non sarebbe possibile o rimarrebbe confinato dentro gli stretti confini del ‘servizio’, senza il rapporto, storicamente molto forte, tra la cooperativa e le associazioni locali di volontariato. Nel nostro territorio il rapporto tra cooperazione sociale e volontariato è improntato a complementarietà che arricchisce i reciproci ambiti di intervento. Dal 2013 è in vigore nelle Marche un accordo di collaborazione stipulato tra le centrali cooperative marchigiane e il Centro Servizi Volontariato che dà impulso a questa collaborazione e nel cui spirito Labirinto si riconosce ed opera concretamente assieme a tantissime associazioni».

Quali caratteristiche deve avere chi decide di intraprendere questa strada?

«Nella cooperativa lavorano le professionalità più diverse. La nostra mission può essere condensata nella definizione di Cooperativa, Impresa e Sociale. Cooperativa, perché Labirinto è cooperativa, nella sua essenza di soggetto democratico e in cui l’essere socio ha un valore centrale e strategico. In tal senso la nostra azione mutualistica è volta a favorire lo sviluppo della base occupazionale e delle condizioni lavorative dei soci attraverso il miglioramento delle condizioni economiche, sociali, professionali e una governance partecipata. Impresa, perché Labirinto è un’impresa in cui l’organizzazione e l’efficacia della struttura tecnica devono sostenere un progetto d’impresa orientato all’intergenerazionalità che sappia includere e far dialogare i diversi settori e le diverse sensibilità presenti. Un progetto innovativo, che possa garantire stabilità e prospettiva. Invece Sociale, perché Labirinto è sociale nella sua competenza di produrre benessere e rispondere ai nuovi bisogni emergenti in un’ottica di creazione e sviluppo di legami sociali e di comunità. Labirinto è un soggetto promotore di welfare attraverso la partecipazione alla vita e allo sviluppo delle comunità in cui opera. La vision di Labirinto ha come valori centrali: il rispetto della legalità, il rispetto del lavoro dei soci, una cooperazione sana che condivida la partecipazione con una rigorosa gestione economica, una crescita consapevole e sostenibile e il valore delle reti, in particolare con altri soggetti del Terzo settore».

Avete un codice etico da seguire?

«Sì, Labirinto si è dotata di un Codice Etico, ratificato dall’Assemblea dei soci, che ne sancisce la fedeltà dell’operato a principi e modalità di lavoro condivise e documentate. Integrità, rispetto della diversità, indipendenza e coerenza, condivisione e cambiamenti, partecipazione, qualità della prestazione, riservatezza, concretezza, trasparenza, formazione/informazione sono i valori enunciati e declinati nel codice etico della cooperativa».

Nicola Luccarelli

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