Se è una strategia per riportare l’amico Putin alla ragione, bisogna ammettere che è geniale. Parlo della gravidanza (non confermata ma nemmeno negata) di Marta Fascina, fresca non-moglie di Berlusconi. Secondo un insistente gossip l’avvenente deputata di Forza Italia, recentemente impalmata da Silvio in un chiacchieratissimo non-matrimonio nella cappella di Villa Gernetto, porterebbe già in grembo il suo sesto figlio.
In molti si erano chiesti perché Silvio non aveva ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, condanne o appelli al vecchio compagno di bisbocce che dal 24 febbraio sta massacrando l’Ucraina. Ebbene, se i fatti contano più delle parole, il Cavaliere sta lanciando al leader russo un messaggio muto ma chiarissimo e molto più efficace degli anatemi di Biden: dammi retta, Vladimir, i bambini è meglio farli che bombardarli.
Mentre tu nel tuo bunker solitario straparli di invasioni e riconquiste, io ho conquistato una bella bionda che ha cinquantaquattro anni meno di me, e nel bel lettone che mi hai regalato tanti anni fa ho messo in cantiere un altro bebè. Queste sono le vere gioie della vita, amico mio, non le denazificazioni a suon di missili. Su, pirla di un Vladimir, spendi meglio quel po’ di testosterone che ti rimane, lascia perdere la guerra. Anche lì in Russia la primavera è la stagione degli amori, fàtti portare in camera uno stock di hostess gnocche dell’Aeroflot come quelle che ho visto in quel video e goditi la vita anziché toglierla agli ucraini.
Come forma di guerra psicologica è così assurda che potrebbe anche funzionare. In fondo Putin è il classico maschio sessista sempre bramoso di esibire una mascolinità efficiente a dispetto degli anni, proprio come Berlusconi. Quando era più in forma si faceva immortalare, immancabilmente a torso nudo, mentre cavalcava un destriero o brandiva un pesce appena pescato in qualche gelido fiume sarmatico. Adesso, gonfio e inquartato, il ras del Cremlino per fare impressione al mondo deve sparacchiare missili come un Kim Jong-un qualunque.
Ma sono tutti surrogati della più inequivocabile ed elementare prova di virilità: riprodursi. La notizia che l’amico Silvio sta per diventare di nuovo padre potrebbe colpire Putin nel suo punto debole. Il suo ex compare, molto più anziano di lui, ha smascherato la sua inadeguatezza di maschio, e lo smacco potrebbe far scattare nell’autocrate russo un desiderio di rivalsa che, se non altro, lo distrarrebbe dalla voglia di guerra.
Per ora possiamo solo riconoscere l’audacia di Silvio, generosa non solo perché certe operazioni riproduttive alla sua età sono uno sforzo pericoloso per la salute, ma anche perché la prospettiva di un fratellino a sorpresa ha gettato lo scompiglio nella già vasta platea degli eredi Berlusconi.
Ma se lo stratagemma del Cavaliere e di Marta Fascina avrà successo, un Nobel per la pace questa volta non glielo toglie nessuno. O almeno un non-Nobel, via.