Dal 24 febbraio scorso, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, in tv non c’è trasmissione che non ne parli con riepilogo dei fatti, testimonianze dal fronte, immagini crude di gente che scappa, città distrutte, bambini che piangono, uomini che combattono.
Tra i tanti programmi che ho visto, c’è stato uno di stampo religioso il cui argomento portante è stato il documentare di quanto si sta facendo nei centri di accoglienza per aiutare i profughi che giungono al confine.
Un lavoro enorme, meritevole, un lavoro da Nobel per la Pace.
Tra le persone intervistate anche uno dei tanti volontari attivi in quei luoghi.
Questa persona ha iniziato decantando quanto stanno facendo, proseguendo poi col criticare quei volontari, certamente un numero molto limitato, che si stanno preoccupando degli animali come se la loro azione fosse inutile, indegna. Come se gli animali non fossero importanti.
Come ho già scritto, per la religione cattolica, gli animali non hanno importanza, è l’uomo ad essere al centro dell’universo.
È bene ricordare che gli animali, che la religione cattolica lo voglia o no, stanno acquistando sempre più importanza e questa importanza è rappresentata a livello europeo da una serie di leggi che ogni paese dell’UE è tenuto a rispettare.
Ma se vogliamo vedere la cosa dall’atto pratico: gli animali fanno parte dell’ecosistema nel quale l’uomo vive e un animale non curato e non tenuto in modo idoneo potrebbe essere contagiato da un virus, che come il covid ha la peculiarità della zoonosi ossia far ammalare anche l’uomo.
Occuparsi degli animali è un dovere di tutti esattamente come preoccuparsi e aiutare chi scappa dalla guerra.
E poi nessuno dovrebbe criticare l’operato degli altri in queste situazioni. Ma anzi lavorare insieme per aiutare chi è in difficoltà sia che si tratti di uomini o animali.
Ma la vera vergogna è un’altra: queste persone, che sono più impegnate a decantare le proprie belle azioni, non sanno che il vero volontariato lavora nell’ombra e non chiede nulla e che loro, così facendo peccano di protagonismo, di superbia anche se ben nascosta.
Certi servizi è meglio farli fare ai giornalisti di certo più professionali e senza manie protagonismo.