Fugaràza, se sei di Rimini. Oppure Fugaròina, se vieni dalle parti di Santarcangelo. E ancora focheraccia o fogaraccia. Comunque vengano chiamati, il 18 marzo si accendono falò per tutta la Romagna e non solo.
Celebrata nel giorno di di San Giuseppe, la fogheraccia affonda le sue radici nelle epoche più remote: coincide infatti con l’equinozio di primavera, e fin dal neolitico era un rito propiziatorio per il risveglio della natura. Con un atto di “magia simpatica”, il fuoco degli uomini voleva aiutare quello del sole a rinvigorirsi dopo la sua “morte” invernale. Riti di questo genere erano diffusi in tutta Europa, anche se la data nei paesi più settentrionali era più avanzata: come nel caso della festa celtica Beltaine e i suoi falò del 1 maggio, cioè a metà fra equinozio e solstizio.
In Italia, la tradizione dei fuochi di San Giuseppe è ancora viva per esempio a Bobbio, in provincia di Piacenza; a Mormanno, in provincia di Cosenza; a Itri, in provincia di Latina, dove accanto ai falò si friggono le tradizionali zeppole di San Giuseppe; a Matera e soprattutto nel borgo lucano di Viggianello (con i “fucalazzi”); a Serracapriola in provincia di Foggia, dove si bruciano le potature degli olivi, mentre in altre parti si bruciano rami di pino, leccio o ginestra. In Val di Trebbia c’è il rogo della “Vecchia”, probabile traccia di primitivi sacrifici umani, come del resto per il “Vecchione” di Bologna di Capodanno o la Segavecchia romagnola di metà quaresima.
Tornando a noi, di fogheracce ne esistevano in realtà due versioni, una “di campagna” e una “di mare”: mentre la prima traeva il suo materiale dalle stoppie, potature e scarti del raccolto, la seconda anche dalle grandi quantità di legna portato a mare dai fiumi con le piogge autunnali e invernali e raccolta sulle spiagge: l’almadìra. A quanto ammassato si aggiungevano vecchi mobili e altri materiali di scarto purché combustibili.
Una volta esaurito il fuoco, sulle braci ancora fumanti si facevano passare le giovenche e le ragazze adolescenti: il rito doveva favorirle nell’allattamento.
In vista delle fogheracce del 2017, abbiano provato a creare una loro mappa a Rimini e provincia.
Ma la fogheraccia è festa di popolo e quindi in tanti luoghi ancora spontanea. Segnalatici la vostra fogheraccia a redazione@chiamicitta.it e ne daremo conto.
RIMINI. Iniziamo con la tradizionale fogheraccia nella zona del porto. A Marina Centro, infatti, si tiene la Fiera di San Giuseppe con grande falò sulla spiaggia libera e mercatino di generi vari con bancarelle di prodotti gastronomici, dolciumi e giocattoli già dal tardo pomeriggio. L’accensione della fogheraccia, preparata da Anthea con legname proveniente dalle recenti potature, è prevista intorno alle ore 21.
E ancora:, si fa festa al Centro Giovani Casa Pomposa, dove oltre la fogheraccia si beve, si mangia – rigorosamente piada, anche nella variante vegetariana – e si ascolta la musica dei BRICKS, Seconda Mano e di Dildo Baggings. A seguire A seguire DJ SET by Ramblers.nights. Accensione del fuoco alle 20.30.
Presso l’Area Verde di Casa Macanno, una serata per grandi e piccini ricca di sorprese: dalle 17.30 il laboratorio per bambini “asinando tra cielo e terra”, la magnifica partecipazione di music together, il chiosco delle piadine e alle 19.00 accensione della fogheraccia. (Per informazioni 3351647617.)
Anche VISERBA riaccende l’antica tradizione della fogheraccia con un grande falò ed intrattenimento musicale sulla spiaggia del Bagno 31. Clou della festa sarà intorno alle ore 20,30, quando si darà fuoco al grande falò. I commercianti della zona proporranno piccoli assaggi dei loro prodotti agli intervenuti. L’evento è organizzato dal Comitato Turistico in collaborazione con i commercianti locali di Viserba.
A SANTARCANGELO si dà fuoco invece alla Fugaròina, allestita presso il Museo Etnografico. Le celebrazioni hanno il nome di Fuochi di marzo, e sono una collaborazione tra il Comune della città e l’Associazione Amarmet di Santarcangelo. Dopo l’accensione della focarina (ore 20,30 circa), ciambella, cassoni, vino e musica dal vivo con “I Malfattori”.
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO celebra l’arrivo della primavera con una grande festa al Granaio dei Malatesta, e più precisamente nella frazione di Pianventena. L’evento, organizzato dal Comitato Frazione Pianventena con il patrocinio del Comune di San Giovanni, è ormai un appuntamento fisso che coinvolge i marignanesi e non solo nella riscoperta della tradizione. La serata attorno al fuoco, arricchita da dolci e vino da condividere fa riscoprire e riassaporare il gusto della tradizione popolare. Più informazioni sull’evento, qui.
A GEMMANO c’è la quarta edizione della fogheraccia di A passo d’uomo, dove l’accensione del fuoco (alle 20.30) sarà preceduta, per chi vorrà, da un pomeriggio di cammino, dalla riserva di Onferno lungo il corso del torrente Burano fino alla chiesa di Farneto, dove si ascolteranno una lettura di Pierpaolo Paolizzi e la musica suonata da Manuela Marinacci. Qui il programma completo.
A CORIANO l’appuntamento con la Fugaracia è alle 20.30 al vecchio campo di calcio per “divertimento, maccheroni, vino e ciambella al prezzo simbolico di 1 euro, devoluto a Insieme si parte“.
A MONTESCUDO il gran fuoco avrà il contorno di ciambella, bibite e vino per tutti i presenti.
Così anche a POGGIO TORRIANA, dove i Lom ad Merz sono accompagnati da musica, vino e dolci romagnoli offerti gratuitamente al pubblico; la manifestazione si svolge presso il Teatro Aperto (in caso di maltempo si va a venerdì 24 marzo).
Anche SAN MARINO partecipa alla tradizione delle Fogheracce di San Giuseppe: gli appuntamenti principali sono come sempre quelli dei Castelli di Borgo Maggiore e Serravalle. La Fogheraccia di Serravalle quest’anno si terrà presso il parco Laiala, con stand gastronomici, musica e dolci romagnoli per tutti. L’appuntamento di Borgo Maggiore si tiene presso il piazzale del Convento dei Servi di Maria a Valdragone dalle ore 20.30. Si festeggia anche a Gualdicciolo nel Castello di Acquaviva, dalle ore 20 presso il piazzale della Chiesa di San Giuseppe, serata con buffet e musica.
Segnaliamo poi le tante le iniziative in altre parti delle città, come quelle organizzate presso le Parrocchie, che radunano persone di tutte le età attorno al fuoco magari sorseggiando un caldo vin brulè.
Non possiamo che lasciarvi con la fogheraccia più famosa di tutte, quella portata sul grande schermo da Federico Fellini in Amarcord.