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8 marzo. Sindacati: “A parità di lavoro, pari stipendio e pari dignità tra uomini e donne”

Per celebrare la giornata internazionale della donna, CGIL, CISL e UIL organizzano quest’anno un’importante iniziativa nazionale sui temi del lavoro delle donne. E’ previsto per l’8 marzo un webinar dal titolo Il protagonismo delle donne nella ripresa, per il lavoro di qualità, in sicurezza, presso il Cnel a partire dalle ore 9.30. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sui siti e sulle pagine Facebook di CGIL SIL e UIL.

“Pari lavoro, pari stipendio, pari dignità” sono le parole d’ordine scelte dai sindacati confederali CGIL CISL UIL dell’Emilia Romagna, che aggiungono, nel volantino dedicato all’8 marzo: “Cambiare insieme si può. Agiamo la parità”.

Perché le donne hanno:

– maggior carico del lavoro domestico e di cura non retribuito;

– lavori precari e discontinui, part-time involontario;

– percorsi di formazione differenziati per genere; poca promozione delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica);

– stereotipi nella valorizzazione del lavoro e tetto di cristallo: difficoltà nella progressione di carriera e minor valore sociale attribuito alle professioni svolte soprattutto da donne;

– pensioni più basse e maggior rischio povertà in età avanzata per gli effetti della discriminazione subita nel mondo del lavoro.

Cosa fare:

– aumentare il numero delle donne occupate;

– promuovere la condivisione del lavoro domestico e di cura;

– superare gli stereotipi di genere nella scelta dei percorsi formativi e professionali;

– rendere trasparenti retribuzioni e percorsi di carriera nelle aziende;

– welfare integrato a sostegno di genitori e famiglie;

– contrattazione per un lavoro di qualità per tutte e tutti.

Cosa c’è di nuovo:

La legge 162/2021 ha introdotto nuove disposizioni, tra cui:

– obbligo di redigere un rapporto almeno biennale sulla situazione del personale maschile e femminile per le aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti;

– certificazione di parità di genere che dà diritto a sgravi contributivi e premialità;

“Per le aziende con meno di 50 dipendenti non c’è obbligo, ma opportunità. Chiediamo il rapporto biennale. Nei fatti le differenze retributive tra uomini e donne non corrispondono a ciò che viene stabilito per legge e sono sempre a sfavore delle lavoratrici”.

Alcuni dati sul gap di genere:

Tasso di occupazione in Emilia Romagna: gap di genere13,5%.

Occupazione nella provincia di Rimini: femmine 55,2%, maschi 71,9% – gap di genere 16,7%.

Retribuzione media annua lorda in Italia 7.574 euro; in Emilia Romagna 8.944 euro; nella provincia di Rimini 6.090 euro (dati Inps).

Lavoro povero in Emilia Romagna: gap di genere 4,6%.

Part-time involontario in Emilia Romagna: gap di genere 12,4%.

Occupati part-time nella provincia di Rimini: uomini 14,3%; donne 37,6%.

Pensioni 2021 in Emilia Romagna da lavoro dipendente e autonomo in media: uomini euro 1.355; donne euro 776. Da lavoro pubblico: uomini euro 2.315; donne euro 1.649 – gap di genere da lavoro dipendente e autonomo 42,7%; da lavoro pubblico 28,7%.

Pensioni 2021 nella provincia di Rimini da lavoro dipendente e autonomo in media: uomini euro 1.130; donne euro 630 – gap di genere da lavoro dipendente e autonomo 44,3%.

Pensioni 2021 nella provincia di Rimini da lavoro pubblico in media: uomini euro 2.275; donne euro 1.598 – gap di genere da lavoro pubblico 29,7%.

 

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