E’ stata presentata in Parlamento, da parte dei deputati Cesare Damiano e Laura Coccia, un’ampliamento alla Legge (170/2010) che ha come oggetto il DSA ovvero Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Recita la proposta: “Il DSA, più comunemente conosciuta come Dislessia, questi disturbi dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neurali coinvolte nei processi che riguarda la decodifica del linguaggio scritto, la capacità di lettura e la capacità di calcolo, non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali. Mediamente si stima che una percentuale fra il 3 e il 5% delle persone adulte presenti un DSA (disturbo specifico di apprendimento): si tratta di un fenomeno socialmente molto rilevante. In Italia su una popolazione di 60 milioni le persone con DSA sono più di 2 milioni, circa il 2,5%. Ogni anno, in Italia, 300 mila giovani concludono il percorso scolastico: considerando anche qui una percentuale di 4% di DSA, ogni anno 12.000 persone con DSA cercano di inserirsi nel mondo del lavoro.
Molte persone con DSA non sono consapevoli della natura delle proprie difficoltà o tendono a nascondere comunque la propria condizione, temendo conseguenze negative derivanti da ignoranza e pregiudizi. L’obiettivo di questa proposta di legge è consentire un migliore inserimento sociale, la valorizzazione e lo sviluppo delle potenzialità delle persone con DSA e il loro inserimento nel contesto lavorativo. In tal senso, è opportuno sottolineare come le persone con DSA hanno un funzionamento cognitivo non convenzionale per cui spesso risultano essere intuitive, innovative, creative, in generale abili ad adottare punti di vista non convenzionali e con ottime capacità interpersonali. Vi è, dunque, un errore di percezione e conoscenza che porta a far coincidere il DSA semplicemente con la dislessia, ovvero con la difficoltà di comprensione nella lettura derivante dalla problematicità di associare i grafemi ai fonemi, ma essa non è che uno dei disturbi che possono essere diagnosticati a riguardo”.
Un gruppo di genitori con figli ai quali sono stati riscontrati questa caratteristica DSA, sta raccogliendo firme da presentare ala Camera dei deputati, affinché – pur valutando positivamente l’iniziativa di Legge – si tenga conto di altri aspetti e, in particolare, l’applicazione della precedente Legge sull’argomento, la 170 del 2010. Già lo scorso anno sono state raccolte oltre 6.000 firme presentate nelle sedi competenti, ma ancora nessuna risposta. Il comitato dei genitori ha così intrapreso una seconda raccolta di firme e, ad oggi ne sono già state raggiunte 2000 adesioni.
Il comunicato emesso: “La legge 170 è una buona legge se applicata: in molte scuole ancora oggi si registrano casi di mancata applicazione della normativa o casi in cui viene attribuito alla norma un significato diverso non promuovendo così il successo scolastico con conseguente abbandono.
Ci chiediamo – dice il comunicato – come mai AID (Associazione Italiana Dislessici) in quanto associazione, quindi strumento per raggiungere un obiettivo chiaro e preciso e condiviso, non si soffermi su una grandissima lacuna della 170 e cioè che è una “legge bianca” e, questo, sta a significare che la sua mancata applicazione non è sanzionabile. Le associazioni pro dislessia conoscono bene la realtà della scuola italiana circa questo argomento. Sono ancora molti gli studenti con DSA che combattono per far valere il proprio diritto allo studio attraverso metodologie che non discriminino, ma includano promuovendo così il successo scolastico di ognuno. Secondo uno studio britannico condotto da Julie Logan, docente d’imprenditoria alla Cassa Business School di Londra, si rileva che in America il 35% degli imprenditori è dislessico e, in Inghilterra, la percentuale è del venti. Secondo la Logan la discrepanza è attribuibile al miglior sistema scolastico a sostegno degli alunni con DSA. Pertanto ribadiamo l’importanza di convogliare le energie nel contesto scolastico dove la formazione e le competenze sui DSA da parte dei dirigenti, docenti, referenti ha profonde lacune. Poco più di un anno fa è stata consegnata al sottosegretario Gabriele Toccafondi (persona disponibile al dialogo), una petizione firmata circa la mancata applicazione della legge: di tale petizione non si è avuta nessuna notizia. Non chiediamo una sanzione pecuniaria ma, come succede nel privato, il richiamo ufficiale verso i protagonisti di tale mancata applicazione, la quale, troppo spesso è reiterata causando danni agli studenti e inficiando il grande lavoro svolto da: genitori, professionisti e studenti stessi per raggiungere il successo scolastico attraverso il giusto approccio”.
Il comunicato prosegue: “Le variazioni di legge della 170 proposta potranno arrecare un forte danno psicologico e morale a tutti coloro con un Disturbo Specifico di Apprendimento; il punto preoccupante e poco chiaro è quello relativo ai percorsi personalizzati, che nei casi di dislessia non servono. Concordiamo con i punti relativi riferiti al conseguimento della patente di guida e agli strumenti compensativi da utilizzare nei concorsi. Chiediamo inoltre, l’obbligatorietà della formazione per dirigenti, docenti e referenti sui Disturbi Specifici di Apprendimento e sulle strategie da applicare per favorire il successo scolastico”.