Nei giorni scorsi vi è stata la polemica nazionale per la frase offensiva (“Ma che stai sulla Salaria?”), rivolta a una studentessa sedicenne del liceo Righi da una supplente, per criticare il suo abbigliamento, ora il problema di come vanno vestiti gli studenti a scuola approda anche a Rimini.
Lo ha sollevato il dirigente scolastico Lorella Camporesi delle scuole Panzini. Toni e considerazioni molto diverse rispetto al caso nazionale anche perhè in questo caso l’abbigliamento sotto processo è un pigiama. Alcuni studenti si sono infatti presentati a scuola vestiti in pigiama. Molto probabilmente frutto di una scommessa o di una bravata tra ragazzi della scuola per poi pubblicizzare sui social. Una “ragazzata” che non è passata inosservata da parte degli insegnanti e della dirigente scolastica che ha preso carta e penna è ha scritto ai genitori dei suoi alunni. Si tratta di una vera e propria circolare, la numero 170.
“Dal momento che alcuni alunni hanno ritenuto in questi giorni di presentarsi a scuola in pigiama, scrive la dirigente Camporesi, si ricorda che l’abbigliamento con cui gli alunni vengono a scuola deve essere decoroso e adeguato.”
“L’abbigliamento è una forma di comunicazione, che trasmette non soltanto la personalità di chi lo indossa, ma anche il rispetto per il luogo in cui viene indossato: di conseguenza, pur nella libertà individuale, non può essere ignorato il rispetto dovuto al luogo e alla funzione istituzionale della scuola.”
“Sarà cura di genitori e docenti illustrare questo aspetto agli studenti, sottolineando anche il fatto che eventuali sfide sui social relative all’abbigliamento a scuola, che prevedono spesso foto o riprese dalle aule scolastiche, sfociano in ulteriori violazioni del regolamento e della privacy, se non addirittura nell’ipotesi di cyberbullismo. Sarà cura dei docenti, in tali eventualità, prendere immediati provvedimenti e segnalare il fatto alla dirigente, anche tramite le vicarie.”