Arrivano le prime reazioni all’emendamento del Governo sulle spiagge.
Soddisfatto il senatore Croatti:
“Dall’1 gennaio 2024 l’Italia avrà le concessioni balneari messe a gara. Dopo 15 anni di regime cristallizzato dalla vecchia politica con rinvii e proroghe, finalmente il nostro paese si mette al passo col resto d’Europa. In attesa di approfondire il testo uscito dal governo, riteniamo che la strada intrapresa sia quella giusta. Come Movimento 5 Stelle abbiamo lavorato perché si arrivasse a un sistema di gare con meccanismi premianti per tutti quei titolari di concessione che negli ultimi anni hanno lavorato in modo virtuoso, oltreché con meccanismi di indennizzo a carico degli imprenditori subentranti per sopperire ovviamente alle perdite sull’investimento fatto. Inoltre, siamo convinti che servono clausole sociali per porre fine al far west dei lavoratori creatosi negli anni. Mai abbiamo creduto che lo Stato dovesse disperdere know how ed esperienze positive. Non era però neanche pensabile fare dell’imprenditore balneare una sorta di lavoro ereditario. Continueremo a lavorare per individuare tutte le soluzioni più idonee, con i distinguo territoriali del caso. Nonostante la demagogia di Lega e Fdi di questi anni, volta al mantenimento dello status quo perenne, oggi inizia davvero una nuova era”.
Di altro segno i commenti dei sindacati dei balneari
“Assobalneari, ci danno in pasto all’Europa”. “Il governo ha fatto delle proposte emendative senza averle condivise e ragionate con noi associazioni di categoria, un modo di fare del tutto singolare tenuto nella segretezza e questo e’ gia’ significativo di come vengano trattate le questioni in questo esecutivo.” Con questo atteggiamento non e’ l’Europa che ci dice di fare qualcosa, ma e’ il governo italiano che ci sta mandando in pasto all’Europa e sta aprendo le porte agli investitori stranieri”
“Siamo preoccupati – dice Simone Battistoni presidente Sib Emilia Romagna – perché non capiamo, da quanto trapelato, dove vuole andare a parare il governo. Investire per concorrere alle gare e migliorare i servizi non fa rima purtroppo con il far pagare meno i clienti. sulla Riviera Romagnola gli operatori non fanno spendere tanto ai loro clienti. Anzi i turisti sono i nostri ambasciatori e ci sponsorizzano dicendo che qui si paga meno che altrove. Anzi dopo due anni di pandemia tanti stanno già prenotando a gennaio.”
Da Forza Italia con il senatore Antonio Barboni arrivano critiche sul merito e precisazioni sui contenuti.
Forza Italia ha una precisa agenda sulla questione delle imprese balneari. In primo luogo dobbiamo ricordare a tutti che si discuterà della questione nell’ambito di un disegno di legge sulla concorrenza all’esame delle commissioni del Senato. Non si tratta quindi di un decreto che entra immediatamente in vigore ed abbiamo quindi tutto il tempo per discutere di questa materia. Si potranno presentare emendamenti e si potrà procedere ad un ampio confronto, in primo luogo ascoltando le categorie, con le quali il governo non ha avuto un esaustivo e adeguato confronto sul testo che è stato proposto. Ci dovranno essere delle rinnovate ampie audizioni per ascoltare i vari punti di vista e decidere in quale direzione muoversi. C’è in primo luogo da completare la verifica su un punto preliminare: le spiagge sono una risorsa scarsa o no? Si è già visto che migliaia e migliaia di chilometri di coste consentirebbero l’avvio di nuove attività e quindi non è vero che siamo di fronte a una risorsa scarsa da regolamentare in maniera rigida. Ciò emergerà ancora con più chiarezza nella ampia e libera discussione parlamentare. Occorre poi un’attenta riflessione per contrastare il rischio di colonizzazione estera da parte di multinazionali o di autentici speculatori e dovrà altresì essere contrastato il rischio di infiltrazioni criminali e di attività di riciclaggio. Le imprese balneari italiane sono un’eccellenza del nostro Paese, che non può essere né svenduta né messa nelle mani di organizzazioni criminali. Forza Italia poi chiederà un raffronto in commissione tra la legislazione in vigore in Italia, quella ipotizzata e quella vigente in altri paesi e si constaterà come in Spagna, in Portogallo e altrove ci sono previsioni molto apprezzabili, che l’Europa considera evidentemente compatibili con le proprie direttive. C’è poi da sottolineare che talune direttive si devono applicare ai servizi e non ai beni e quindi c’è molto da chiarire sulla loro vigenza per il settore balneare. Il fatto che si debba discutere di questa questione nell’ambito di un disegno di legge e non in un decreto fa anche capire che non ci potrà essere la fiducia e che la discussione sarà come ho già rilevato libera. Il disegno di legge contiene 32 articoli e quindi se ci fossero forzature è evidente che il disegno di legge non andrebbe avanti. Noi vogliamo evitare una pioggia di emendamenti su questo e su altri punti sulla legge della concorrenza, ma ciò dipenderà dal confronto che si svilupperà e dal recepimento di istanze per noi essenziali. Tra queste la tutela al valore delle imprese, la tutela degli investimenti, il rispetto per chi ha contratto mutui pluridecennali, la continuità delle aziende, la tutela delle aziende familiari. Alcune di queste cose sono già contenute nell’emendamento che è stato discusso a Palazzo Chigi, ma altre non ci sono e ci dovranno necessariamente essere. Pure in un quadro condizionato da sentenze e opinioni dell’Unione Europea, Forza Italia svolgerà, come sempre, un ruolo decisivo a tutela delle imprese balneari e del turismo. Le decisioni verranno assunte nel Parlamento non in altri palazzi e non c’è nessuna possibilità impositiva da parte del governo”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Antonio Barboni.