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Riccione, Cecchetto lancia il suo sondaggio: che promuove la Tosi, ma…

Claudio Cecchetto inizia la sua rincorsa alla carica di sindaco di Riccione pubblicando un sondaggio. Che alla fine promuove l’operato del sindaco uscente Renata Tosi, pur con qualche scricchioli e pure diverse sorprese.

Il sondaggio è stato commissionato ad AstraRicerche, istituto milanese fondato da  Enrico Finzi nel 1983 e ora guidato dal figlio Cosimo. Cecchetto pubblica prima parte della ricerca, alimentando così l’attesa per la seconda, dove verosimilmente saranno misurate le intenzioni di voto ai partiti e il gradimento verso una rosa di candidati.

La ricerca è stata condotta a metà gennaio 2022 tramite 700 interviste telefoniche rappresentative della popolazione di Riccione; il territorio comunale è stato diviso in quattro aree (Mare, Centro, Interno Nord, Interno Sud) “per una corretta rappresentazione della popolazione”. Inoltre, le interviste sono state effettuate in base alla composizione della popolazione residente (ultimi dati ISTAT) per genere sessuale e fascia di età.

Si parte dalla situazione sociale e quello che emerge è “Una città complessivamente benestante”. “È stato chiesto agli intervistati – si precisa – di classificare il proprio status socio-economico (domanda molto più valida per ‘capire’ le diverse opinioni, rispetto a quelle relative al reddito personale, al reddito familiare o alla professione)”.

Ebbene “gli abitanti di Riccione dichiarano spesso di essere di classe media (62.4%) e, più degli italiani, di classe superiore (21.4%: in Italia si riscontrano percentuali attorno al 12-16%); la classe inferiore è indicata meno frequentemente di quella superiore (16.1% – valore nettamente inferiore a quello nazionale, spesso superiore al 25%); in sintesi, la popolazione locale ritiene di essere più benestante di quella nazionale”.

Ecco quindi l’autocollocazione politica. Spiega la sintesi: “Meno della metà si sente tra sinistra e destra”.


Non è stato chiesto il partito politico preferito o recentemente votato, bensì si è rilevata l’autocollocazione politica: meno di un soggetto su due si classifica nel continuum sinistra-destra (con il centro-sinistra e il centro-destra su valori percentuali quasi identici, e una lieve superiorità numerica della sinistra sulla destra) mentre è molto ampia la parte di chi si dichiara lontano dai partiti o non interessato (22.7%) e di chi segue la politica ma non si sente da una parte o dall’altra (11.7%). Al crescere della classe sociale autoattribuita ci si sposta dall’apolitico verso il centro allargato (con centro-sinistra o centro-destra) e, meno intensamente, verso destra. Il ‘picco’ della destra è tra i 45-54enni, quello della sinistra tra i 18-34enni. Uomini più moderati (33% per il centro allargato), donne più apolitiche (28%). Non sono rilevanti, invece, le differenze tra le quattro aree geografiche in cui il comune è stato suddiviso”.

Quindi si va a misurare la voglia di andare a votare. Per scoprire che è parecchia: “Una grande voglia di partecipazione”. Addirittura superiore alle elezioni precedenti: “Ricordando che al primo turno delle Comunali 2017 si recò ai seggi il 61.8% degli aventi diritto (il 71.2% alle precedenti), sembra esserci un grandissimo desiderio di partecipazione elettorale visto che il 77.4% è intenzionato a votare (e un ulteriore 13.1% è incerto)”.

“C’è da attendersi un risultato minore come capita in molti comuni italiani (soprattutto se la campagna elettorale locale sarà percepita come confusionaria e deludente dai cittadini). I cittadini che si sentono di sinistra sono più intenzionati a recarsi alle urne (88%) di quelli di centro (85%) e di destra (78%). Da notare che anche coloro che si sentono apolitici spesso pensano di recarsi ai seggi (65%)”.

Quindi viene chiesto un giudizio “sul sindaco uscente” senza fare il nome di Renata Tosi. Risultato: “L’operato del sindaco è valutato in modo convintamente positivo (bene o molto bene) dal 22.9% e convintamente negativo (male o molto male) dal 17.6%”.

“Prevale, dunque, un giudizio intermedio (così così o abbastanza bene: 52.9%). Ma non mancano alcune sorprese: l’8% degli elettori di sinistra è convintamente positivo, ma il 14% di quelli di destra è convintamente negativo (e i pienamente soddisfatti presso questa area politica sono solo il 36%), ulteriore segno di un indebolimento dell’appartenenza politica ‘aprioristica’ e, al contrario, di una valutazione concreta dell’operato dei politici”.

In attesa delle prossime puntate, Cecchetto ora osserverà l’effetto del suo sasso gettato nello stagno.

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