La quarta ondata in Romagna non fa sconti nemmeno al personale sanitario. Come riporta l’Ansa negli ospedali si fa sentire la carenza di infermieri, molti dei quali costretti a casa per la quarantena. E sono tanti quelli non in regola con la profilassi vaccinale. La situazione è «critica» soprattutto a Rimini, come rivela il presidente dell’Ordine degli infermieri provinciale Nicola Colamaria.
«Siamo a livelli che possono impensierire», afferma snocciolando i numeri: circa 500 suoi colleghi sono a rischio sospensione, perché non hanno ancora fatto la terza dose, mentre 66 sono già stati sospesi, perché non hanno fatto nemmeno la prima. «La carenza è rilevante ed è acuita sicuramente dalle sospensioni degli infermieri che non si sono vaccinati e da coloro che sono a casa perché hanno contratto il virus», spiega il presidente. A limitare ancora di più l’organico, la rimodulazione del personale sanitario, in parte impiegato ad esempio per l’esecuzione dei tamponi. E così chi resta nei reparti è sempre più stremato.
«Faremo un lavoro di reclutamento di questi colleghi», affinché ricorrano alla profilassi, «e la gran parte di questi si vaccinerà – ne è sicuro Colamaria – perché avendo fatto due dosi non c’è motivo perché non facciano la terza. Se dovessimo sospenderli tutti la situazione sarebbe insostenibile negli ospedali».
Se si guardano ai numeri assoluti a Ravenna e a Forlì – Cesena il numero di infermieri inadempienti è identico a quello di Rimini. In termini concreti un totale 1500 unità rischia la sospensione in tutta la Romagna. Ravenna e Forlì – Cesena superano però ciascuna i 3000 iscritti che sono invece 2400 a Rimini. Quindi la percetuale di chi a Rimini manca all’appelo è del 20%, mentre a Ravenna e Forlì-Cesena è intorno al 16%.
“Questo significa – spiega Colamaria – che purtroppo la popolazione degli infermieri soffre lo stesso trend di quella cittadina visto che sappiamo che Rimini è una roccaforte no vax”.