Il Consiglio di Stato con sentenza del 16 dicembre ha chiuso definitivamente il contenzioso tra il Comune di Rimini e le industrie Valentini per il super standard finanziario di 5 milioni di euro richiesto dal Comune per l’ampliamento degli stabilimenti Valentini.
Con delibera del consiglio comunale N. 4 del 1/02/2007 (sindaco Alberto Ravaioli) veniva approvato, infatti, l’ampliamento delle Industrie Valentini. Un ampliamento importante fino a 138 mila metri quadri di superficie con destinazione industriale. L’approvazione prevedeva delle prescrizioni da inserire in convenzione.
Quella più importante era il “versamento a favore del Comune di Rimini della somma di 5 (cinque) milioni di Euro a titolo di compartecipazione alle spese da sostenersi per il miglioramento della viabilità e per adeguare ed armonizzare le infrastrutture a servizio del contesto urbano circostante…”.
Il provvedimento adottato dal comune di Rimini con la prescrizione del pagamento di un superstandard finanziario ha anticipato della legge nazionale dell’11 novembre 2014 n. 164, che ha previsto che in presenza di un “maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d’uso, tale maggior valore, calcolato dall’amministrazione comunale, e’ suddiviso in misura non inferiore al 50 per cento tra il comune e la parte privata ed e’ erogato da quest’ultima al comune stesso sotto forma di contributo straordinario, che attesta l’interesse pubblico, in versamento finanziario, vincolato a specifico centro di costo per la realizzazione di opere pubbliche e servizi da realizzare nel contesto in cui ricade l’intervento, cessione di aree o immobili da destinare a servizi di pubblica utilità, edilizia residenziale sociale od opere pubbliche”.
A fronte del pagamento al Comune dei 5milioni approvati in delibera, le industrie Valentini (Valinvest S.p.a) hanno fatto ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato chiedendo la restituzione di parte del super standard. La motivazione della richiesta è la mancata realizzazione di parte dell’ampliamento previsto dalla variante del 2007. Prima il Tar ed ora il Consiglio di Stato hanno ritenuto che la mancata realizzazione di tutto l’ampliamento non è stata per responsabilità del Comune ma del privato che non ha richiesto i permessi di costruire nei tempi dovuti. Anche i successi atti di pianificazione urbanistica adottati dal Comune di Rimini sono stati ritenuti legittimi dalla giustizia amministrativa.
In conclusione al costo della rotatoria (2,6 milioni di euro) vi sono a disposizione altri 2,4 milioni di euro per completare il collegamento con l’area dei Padulli.
La sentenza del Consiglio di Stato