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Rimini, potenziato il piano freddo: ecco l’albergo dei senza tetto e il progetto “Housing First”

Dall’unità di strada alle mense, dai posti letto all’housing first. Sono diverse le azioni che prevede il Piano freddo del Comune di Rimini, attraverso il coordinamento con la diffusa rete del terzo settore. Una “complessa e articolata rete di sostegno alle persone più fragili” che con l’inverno “rischiano di pagare più di altri anche la situazione generata dal Covid-19”. I servizi, già attivi, si stanno ulteriormente intensificando con l’arrivo delle temperature più fredde. Dopo la sperimentazione dell’anno scorso, l’ultimo arrivato è l’albergo per l’accoglienza dei senza fissa dimora in collaborazione con l’associazione Papa Giovanni XXIII, già operativo dall’1 dicembre a Torre Pedrera. Una struttura in grado in grado di ospitare tra le 25 e le 30 persone garantendo il rispetto delle normative sanitarie e di sicurezza Torre Pedrera.

Sempre per le vie della città i volontari dell’unità di strada per i senza fissa dimora sia per interventi a bassa soglia e primo intervento, sia per il monitoraggio delle persone senza fissa dimora presenti sul territorio e per la mappatura dei luoghi del disagio. Caritas, Croce rossa e Papa Giovanni XIII si alternano nel portare nelle strade riminesi conforto e sostegno ai senza fissa dimora offrendo pasti, the caldi, biscotti, oppure coperte e sacchi a pelo, oltre a calore umano e umanità. Sono aperti anche le mense della Caritas e di Sant’Antonio e i dormitori della Papa Giovanni XXIII e di Rumori sinistri. Inoltre il Comune è riuscito a potenziare la portata dei servizi di protezione sociale attraverso nuovi interventi: dai pacchi viveri ai kit di emergenza con mascherine e igienizzanti e beni di prima necessità, dai prodotti di igiene a quelli per la cura personale, fino alle attrezzature per l’assistenza e l’ospitalità.

Si è inoltre potenziata la dotazione per la gestione di eventuali emergenze grazie all’arrivo di coperte, brandine, sacchi a pelo. Infine il progetto Housing first per l’abitazione ai senza fissa dimora stanziali. “Contano i servizi, contano i numeri ma, soprattutto, contano le persone e le loro storie, ognuna unica, ognuna diversa”, spiega l’assessore alla Protezione sociale Kristian Gianfreda.

Come quella di Franco, conosciuto in tutta Rimini perché passa le sue giornate e le sue nottate tra le vie e le piazze del centro. “Un riminese” che “vive in una sorta di realtà parallela, refrattario ad ogni intervento”, ma comunque “continuamente monitorato da operatori e volontari, che conoscono ormai le sue abitudini”. A partire dal fatto che paga ogni suo acquisto, che non chiede l’elemosina a nessuno. “Anche per lui è stato studiato un percorso per fargli superare il freddo e intervenire soprattutto quando scende la notte”. Lamministrazione, conclude Ginfreda, sente “forte il dovere, e la responsabilità, di essere pronti per affrontare queste nuove esigenze e farci trovare pronti, per permettere a tutti quelli che, come Franco, vivono senza una casa, di essere assistiti, aiutati e non lasciati soli”

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