Cerca
Home > Ultima ora economia e lavoro > CGIL-UIL: “Le ragioni dello Sciopero del 16 dicembre”

CGIL-UIL: “Le ragioni dello Sciopero del 16 dicembre”

Nella Legge di Bilancio che il Governo si appresta a varare non c’è nulla per i giovani, per i pensionati e neppure per il riconoscimento del lavoro di cura per le lavoratrici. 

Nella piattaforma sindacale unitaria – scrivono in una nota Isabella Pavolucci, segretario generale CGIL e Giuseppina Morolli, segretario generale UIL Rimini – sui temi del fisco abbiamo indicato due direzioni: una vera lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva per ridurre strutturalmente gli oltre 100 miliardi di euro che ogni anno alimentano l’economia sommersa; allargare la base imponibile IRPEF a tutte le tasse “piatte” oggi esistenti (es. rendite finanziarie, cedolare secca, forfait per autonomi, etc.). 

Dal Governo non c’è stata alcuna risposta alla nostra richiesta che le risorse fossero interamente destinate alla riduzione della pressione fiscale sui redditi bassi e medio-bassi di lavoratori e pensionati, che contribuiscono all’IRPEF per l’85%.

Siamo contrari alla riduzione o cancellazione dell’IRAP (oltre un miliardo di euro) perché l’IRAP sostiene il Servizio sanitario nazionale e pensiamo che le risorse per garantire la sanità debbano essere aumentate e non ridotte. Inoltre ricorrere alla fiscalità generale per recuperare il taglio dell’Irap significa pesare sui contribuenti e sollevare le imprese per le quali la Legge di bilancio 2022 già prevede misure per oltre 10 miliardi di euro che si sommano ai 185 miliardi di euro a loro destinati dal 2015 ad oggi.

Anche per l’IRPEF la scelta di ridurre le aliquote nel nostro sistema fiscale – scrivono ancora Isabella Pavolucci e Giuseppina Morolli – significa che avranno più benefici i più ricchi e pochissimo o niente i lavoratori e i pensionati con redditi medio-bassi.

Alcuni esempi: un operaio metalmeccanico con un reddito lordo pari a Euro 24.530, a seguito di quanto previsto dalla Legge di Bilancio trarrebbe un “vantaggio fiscale” pari a Euro 6,98 mensili.

Un’impiegata informatica con un reddito lordo pari a Euro 28.898 “beneficerebbe” di 36 centesimi al mese. Un’addetta alle pulizie con contratto part-time che guadagna 8.846 euro lordi all’anno, avrebbe un “vantaggio fiscale” di Euro 3,18 al mese.

Scioperiamo perché la leva fiscale non dà risposte evidenti all’impoverimento del lavoro e delle difficili condizioni sociali di tante persone che la pandemia ha reso ancora più fragili. 

Non è previsto alcun intervento specifico a vantaggio del lavoratore o lavoratrice in condizione di precarietà o discontinuità cosicché anche i redditi dei lavoratori a termine, somministrati o collaboratori avranno un vantaggio fiscale assai limitato. 

Inoltre, le pensioni minime passerebbero da 515,58 euro al mese a 524,34 euro al mese; l’assegno sociale da 460,28 a 468,10 al mese.

Vogliamo cambiamenti concreti per lavoratrici e lavoratori, pensionati e pensionate, giovani, donne e per rafforzare la coesione sociale e territoriale.

Il 16 dicembre scioperiamo e manifestiamo insieme per contrastare la precarietà e garantire occupazione stabile a partire da giovani e donne

per rafforzare la coesione sociale e territoriale. Il 16 dicembre scioperiamo e manifestiamo insieme per

      • contrastare la precarietà e garantire occupazione stabile a partire da giovani e donne
      • un intervento fiscale equo per i redditi bassi e medio bassi e per maggiore redistribuzione e progressività
      • una seria lotta all’evasione fiscale
      • una riforma delle pensioni che consenta flessibilità in uscita, facilitando chi fa lavori gravosi e i lavoratori precoci, prevedendo la pensione di garanzia per i giovani e la valorizzazione del lavoro di cura
      • la scuola e per un sistema di istruzione di qualità a partire dalla stabilità del lavoro
      • ï nuove politiche industriali per affrontare la transizione ecologica e digitale
      • ï dare soluzioni alle crisi industriali, contrastando le delocalizzazioni e con un ruolo forte e protagonista dello Stato
      • aumentare le risorse per la sanità e per stabilizzare il personale
      • approvare la legge sulla non autosufficienza e aumentarne le risorse
      • ridurre le disuguaglianze a partire dal Mezzogiorno, perché coesione sociale significa non lasciare indietro nessuno.

Dalla Romagna – concludono Isabella Pavolucci e Giuseppina Morolli – si prevede la partecipazione alla manifestazione di Roma di 2.500 persone di cui circa 600 in partenza da Rimini”.

Ultimi Articoli

Scroll Up