Salgono a 68 le classi in quarantena in provincia di Rimini fra il 29 novembre e il 5 dicembre, il dato più alto della Romagna. Una settimana fa erano state 59. I tamponi sugli alunni del riminese hanno trovato 22 nuovi casi fra i bimbi dei nidi 0-3 anni (11,3%), 25 nella fascia 3-5 anni degli asili (4,5%), 136 alle elementari 6-10 anni (8,5%), 106 alle medie 11-13 anni (6,4%), 75 alle superiori 14-18 anni (5,6%).
Complessivamente sono stati sospesi 248 operatori tra dipendenti e convenzionati in tutta l’azienda USL della Romagna, 2 in più rispetto a una settimana fa. La percentuale dei sospesi sul totale degli operatori con obbligo vaccinale è inferiore al 2% in tutti gli ambiti territoriali ma a Rimini la percentuale è nettamente più alta. Qui sono rimasti senza lavoro e stipendio 7 medici ospedalieri, 67 del personale sanitario non medico, 9 fra medici e infermieri operanti in strutture convenzionate.
Nella settimana dal 29 al 5 dicembre in Romagna si sono registrate 3.899 positività (7,4%) su un totale di 52.756 tamponi. Questa settimana sono stati eseguiti 52.756 tamponi (molecolari e antigenici) registrando 3899 nuovi casi positivi (7.4%). Per l’ottava settimana consecutiva si registra un aumento dei nuovi casi sia in termini assoluti (498) che percentuali. Cresce il tasso d’incidenza totale dei nuovi casi negli ultimi sette giorni /100.000 abitanti e tutti i distretti dell’ AUSL della Romagna presentano tassi superiori a 200 ed in particolar modo quelli di Ravenna, Forlì e Rimini che hanno tassi superiori a 350.
A Rimini e Ravenna si sono verificati focolai in ospedale, a Ravenna e Cesena in residenze per anziani.
Il tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID è in aumento da sette settimane ed in totale sono ricoverati 208 pazienti, di cui 26 in terapia intensiva.
In continuo aumento anche il numero dei vaccinati (al 6 dicembre 844.954 con prima dose e 766.800 con seconda dose e 157.673 con terza dose a cui vanno aggiunte 81.918 dosi somministrate dai MMG).
Come riportato dal «Rapporto Monitoraggio dell’impatto della campagna di vaccinazione sulle infezioni da COVID-19 nella Regione Emilia-Romagna – Aggiornamento al 23 Novembre», nonostante la variante delta rappresenti oramai la totalità dei nuovi casi, l’efficacia della vaccinazione si conferma
persistentemente molto elevata anche in Emilia Romagna dove i NON vaccinati hanno:
• un rischio di quasi 3 volte maggiore di acquisire l’infezione da SARS CoV-2, rispetto ai vaccinati
• un rischio circa 5 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale per COVID, rispetto ai vaccinati
• un rischio circa 11 volte maggiore di essere ricoverati in terapia intensiva per COVID, rispetto ai vaccinati
Nel periodo dal 21 Ottobre al 17 Novembre 2021, l’incidenza dei ricoveri in ospedale per COVID è stata di 10,3/10.000 nei non vaccinati, rispetto a 2,3 nei vaccinati.
Tale dato regionale viene confermato anche in Ausl della Romagna dove i NON vaccinati hanno:
• un rischio circa 3 volte maggiore di acquisire l’infezione da SARS CoV-2, rispetto ai vaccinati
• un rischio circa 5 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale per COVID, rispetto ai vaccinati
“Si conferma anche questa settimana – commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna – un trend in crescita della circolazione del virus, in linea con il livello regionale e nazionale. Un dato che continua ad impegnare l’Azienda, in particolar modo nell’azione di tracciamento dei casi, (quasi 53.000 in una settimana) fondamentale per evitare la crescita della diffusione”.
“Ma i numeri – sottolinea Altini – se guardati attentamente e raffrontati con la stessa settimana del 2020, ci dicono anche un’altra cosa. Ovvero, che l’azione del vaccino contro il covid, al pari degli altri vaccini che conosciamo da più tempo, previene le forme più gravi che richiedono l’ospedalizzazione, il ricorso alle terapie intensive e purtroppo in alcuni casi anche il decesso. Nel 2020 nella stessa settimana di riferimento la media di ricoveri settimanali era pari a 553 contro l’attuale pari a 193; nelle terapie intensive era pari a 42 pazienti a fronte degli attuali 22; i decessi erano 157 contro gli attuali 19″.
“Nel 2020 la nostra vita è stata stravolta dal lockdown, dalle restrizioni, dalla mancanza di socialità. Pensiamo a ciò che hanno vissuto i nostri ragazzi con la chiusura delle scuole! Se oggi, a pandemia ancora in corso, pur in presenza delle necessarie misure che dobbiamo continuare ad adottare ( mascherine, distanziamento, igiene delle mani), abbiamo ripreso le nostre attività e in larga misura la nostra socialità, lo dobbiamo solo alla forza del vaccino, unica vera barriera fra noi e il virus. Credo non ci sia altro da aggiungere, se non tornare a ribadire l’importanza per tutti di vaccinarsi”, conclude il direttore sanitario.