Un flash mob allo stand di Eni-Agip a Ecomondo per dire “no” alle nuove trivellazioni in mare e sulla terra e “no” al progetto, al largo di Ravenna, del più grande impianto per la cattura della CO2 che si produce come rifiuto dall’estrazione dell’idrogeno dal metano. Un processo industriale che Eni vuol realizzare su larga scala per continuare ad usare il gas metano, un gas serra invece da abbandonare per accelerare la transizione verso le energie rinnovabili.
Il flash mob è stato organizzato da Europa Verde Emilia-Romagna in occasione della giornata nazionale di mobilitazione “Non Fossilizziamoci” contro il global warming e i signori delle fossili. L’iniziativa nasce a seguito di un appello firmato da diversi scienziati, tra cui Vincenzo Balzani e Massimo Scalia, nel quale si chiede l’attuazione di una strategia concreta per il raggiungimento della neutralità carbonica e un deciso cambio di rotta da parte di Eni. “È inaccettabile – si legge nell’appello – che Eni mantenga il vergognoso obiettivo al 2030 del 25% di riduzione delle emissioni climalteranti, in fragoroso contrasto con il 55% richiesto a dicembre 2020 dal Consiglio europeo, dopo che Parlamento Ue e Commissione Ue lo avevano già adottato nel corso del 2020”.
Al flash mob, tra gli altri, hanno partecipato la capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’ Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Silvia Zamboni, il coportavoce di Europa Verde Rimini Cesarino Romani, Sauro Turroni, ex parlamentare dei Verdi e storico militante ambientalista e Federica Zoli. I Verdi hanno rilanciato le proposte per la realizzazione di parchi eolici offshore e il progetto “Riviera Eolico-Solare”, capace di mobilitare investimenti per circa 1 miliardo di euro.
La mobilitazione allo stand Eni-Agip – dove è stato srotolato uno striscione con su scritto “Sì energia da sole e vento, No idrogeno blu dal metano con CCS” – è avvenuta in contemporanea al lancio della campagna “Non fossilizziamoci”, in vista dell’imminente apertura della Cop 26 a Glasgow. Il flash mob di Europa Verde si è ripetuto anche davanti allo stand del ministero per la Transizione Ecologica.
“Oggi i giovani del movimento Fridays for Future sono tornati in piazza per reclamare misure urgenti ed efficaci contro i cambiamenti climatici ormai in atto, come confermano i distruttivi fenomeni meteo estremi sempre più frequenti. Da un’impresa in parte in mano pubblica, come Eni, ci attendiamo politiche coerenti con la tutela del clima. Lo stesso vale per la multiutility Hera, il cui mix energetico al 2019 presentava un 29% di rinnovabili contro l’oltre 40% del mix energetico nazionale. Europa Verde continuerà a battersi per la svolta energetica green dell’Emilia-Romagna e contro le false soluzioni tipo idrogeno blu e nucleare che, a differenza di sole e vento ed efficienza energetica, non ci consentono di rispettare il target europeo al 2030 di riduzione della CO2”, ha dichiarato Silvia Zamboni.