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Bauzone (Pd) : “Tosi donna di picche, da lei solo odio e minacce”

Cinzia Bauzone, capogruppo uscente del Partito Democratico di Riccione, attacca l’ex sindaco Renata Tosi:

La donna di picche

Dopo il proclama dell’ex sindaco di Riccione che urla al golpe e i pistolotti moralisti messi in campo, il quadro è ormai chiaro a tutti: quella che veniva “spacciata” come normale vita politica era in realtà una condizione fuori dalle regole del gioco democratico. Discussioni, veleni e spartizione di poltrone che hanno rappresentato il volto peggiore della politica, alimentata solo da un inestinguibile rancore.

Renata Tosi per arrivare al potere dopo dieci anni di opposizione fatta di sguardi lividi e carte bollate, ha aderito al peggior modello maschile, che l’ha intrappolata, un quadro aggravato poi da un carattere litigioso e arrogante. Ha rivaleggiato con tutti, anche con la sua maggioranza. Ad ogni tavolo di confronto ha dato prova di aggressività con discussioni spesso degenerate a livelli insostenibili, oltre al mancato ascolto. Tutti la temevano. Racconti di riunioni di maggioranza dove nessuno osava contraddirla. Non esiste commerciante, cittadino, dipendente, imprenditore che non sia passato sul suo terreno coltivato a cinismo e rancore. Un’opposizione che ha affrontato il suo scherno, l’ingiuria, la mancanza di rispetto, le bugie che ha perpetrato in questi due anni. Consiglio ( ma non troppo) per certificare ciò che dico, la visione in streaming dei consigli comunali.

Una politica senza valori che oltre ad avere distrutto il tessuto sociale e lasciato la città immobile, in balia di queste dinamiche, ha investito Riccione con un’onda di odio, minacce, lettere anonime, querele, (cose mai viste). Con donne e da donna lo affermo, che hanno fatto e fanno a gara per dimostrarsi più ciniche degli uomini spargendo odio e sventolando il loro deserto morale come prova di “partecipazione”.

In questo desolante scenario, oggi Renata Tosi cerca un capro espiatorio del proprio fallimento, dando ai firmatari la colpa di tutto.
Ma in questa vicenda è lei stessa la vittima e il carnefice, nei confronti degli altri, ma soprattutto di se stessa.

Quello che emerge è che Renata è una donna di picche e non certo di cuori, destinata a rivelarsi sempre più fragile (a dispetto delle apparenze), proprio come un castello di carte. Avrebbe forse potuto “estrarre” l’unica risorsa che a volte a noi donne ci rende invincibili: l’accoglienza. Ritrovarla nelle donne che fanno politica è un grande beneficio. Oggi ciò che rimane tra polvere e macerie è una città, da una parte affamata di passioni che chiede di sognare, dall’altra l’ultimo tentativo di tornare alla normalità.

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