A Cattolica non cui saranno più “avvisi pubblici” per assumere il portavoce del sindaco Mariano Gennari. Si legge infatti nella delibera di Giunta del 14 febbraio scorso:
“Preso atto che (…) è stato indetto un Avviso pubblico per l’individuazione del Portavoce a termine del quale non si è proceduto ad alcuna nomina non avendo il Sindaco ravvisato in alcuno dei candidati le caratteristiche peculiari per l’espletamento del ruolo di portavoce” e che “la natura dell’incarico è di carattere esclusivamente fiduciaria”, si è deciso “che l’incarico di portavoce del Sindaco sia affidato ad una figura professionale esterna al Comune di Cattolica, come previsto dall’art. 7 della L. 150/2000, in ragione della natura esclusivamente fiduciaria dell’incarico stesso; di stabilire in anni uno la durata dell’incarico e comunque prorogabile fino alla fine del mandato del Sindaco; di stabilire che la misura dell’indennità da corrispondersi è pari ad euro 30.000 annui”.
Come si ricorderà, durante la selezione seguita all’avviso pubblico, fra le domande del sindaco agli oltre 20 candidati c’era l’iscrizione o meno a qualche partito politico, come avessero votato al referendum costituzionale e se conoscevano il tessuto socio-economico locale. Tutte domande, però, non inserite nel bando, oltre che di opportunità più che dubbia.
A suo tempo Gennari aveva spiegato così la scelta di procedere con avviso pubblico: «I miei uffici mi hanno detto che è obbligatorio indire un concorso anche per un mandato fiduciario come quello del mio portavoce». Tanto per cambiare, è sempre colpa degli uffici.