Ha ragione Lia Celi ad esprimere l’invito ai riminesi e all’Amministrazione comunale di evidenziare con fierezza, che il nostro teatro è intitolato ad Amintore Galli.
E tantopiù ha ben fatto a ricordare l’apporto fondamentale dello stesso Galli nel caratterizzare l’inno dei lavoratori e con esso l’anima profonda della cittadinanza riminese.
E così hanno fatto bene Maurizio Melucci, Giulio Gherardo Starnini e l’associazione “Rimini città d’Arte” a motivare con argomenti e toni diversi, l’inadeguatezza della scelta del nuovo castello del Museo Fellini, non più malatestiano.
In veste di presidente del locale Comitato dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, mi corre quindi l’obbligo di evidenziare che il filo conduttore delle varie analisi sopra citate, portate su Chiamamicittà pare essere rubricabile con il tema: “rispetto della memoria cittadina”.
Lo evidenzio, poiché, è lo stesso filo conduttore che qualche mese fa ha portato il nostro Comitato risorgimentale a presentare all’Amministrazione, su espressa richiesta dello stesso Sindaco alle esequie civili della memoria storica del borgo Mazzini, la compianta “sindaca” Isotta Frisoni, la proposta di fornire un QR code alle targhe stradali, ai monumenti e ai palazzi storici, non ultimo alle tombe del nostro cimitero. Purtroppo questo progetto che abbiamo elaborato e proposto, a dispetto delle richieste iniziali, è rimasto lettera morta nei cassetti dell’Amministrazione.
E così quell’idea laica e democratica, generata agli albori del nostro Risorgimento, scolpita quale regola nell’editto di St. Cloud, secondo la quale tutti hanno diritto ad una degna sepoltura e altrettanto immortale ricordo, a Rimini trova ancora, anche al cimitero come in piazza Malatesta, una super presenza un po’ troppo invadente di Fellini (che non è mai stato tale, anzi) a dispetto, tra gli altri, del genio musicale Amintore Galli, la cui tomba lì appresso scompare rispetto a quella del genio cinematografico.
Sarebbe importante se da queste colonne di giornale, venissimo aiutati a far pressione con una vera e propria campagna culturale giornalistica, affinché questa proposta, pressoché gratuita per l’Amministrazione ma di grande rilevanza per la memoria storica cittadina e non solo, venisse presa in carico e realizzata.
Claudio Masini
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