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Rimini, il ristorante “Dalla Maria” a rischio demolizione

Il noto ristorante “Dalla Maria” alle Grazie di Rimini rischia la demolizione e conseguente chiusura. Si tratta di una storia di condoni, di Soprintendenza di interpretazione di norme. Una storia tutta italiana.

Domenico Vannini  è proprietario dell’immobile ove, sin dagli anni ’60, viene svolta l’attività del “Ristorante dalla Maria”. Ristorante che fu di riferimento per gli artisti che hanno animato il “Bandiera Gialla”, oltre che frequentato da riminesi e turisti.

Il locale, situato sul colle di Covignano, attualmente è gestito dall’impresa individuale di cui è titolare  Natale Spada  dopo che Domenico, lo storico gestore,  ha passato la mano qualche anno fa.

L’edificazione abusiva in esame è stata eseguita su un’area compresa nella “Zona Panoramica del Colle delle Grazie di Covignano”, “soggetta a speciale protezione”

Nel 1967 il Sindaco autorizzava il collocamento di un chiosco prefabbricato, di dimensioni planimetriche 5,3 m x 4,8 m, con antistante una veranda di dimensioni 5,3 m x 4,5 m (ingombro globale quindi pari a 5,3 m x 9,3 m), specificando: “La presente autorizzazione è a semplice titolo precario e conseguentemente l’opera dovrà essere rimossa a semplice richiesta di questa Amministrazione”.

Con successivo verbale del 30/07/1973 si accertava la conformità del chiosco prefabbricato al progetto originario 1288/66.

Con istanza di sanatoria del 1985, gli interessati chiedevano la legittimazione degli interventi di ampliamento di quello che, presumibilmente, teorizzavano essere il manufatto originario edificato nel 1967, avvenuti con la realizzazione delle strutture utilizzate quali ristorante, compresa la cantina seminterrata e il patio esterno pavimentato, con pergolato in ferro e tessuto.

La richiesta viene bocciata dalla Soprintendenza di Ravenna.

Nel 1994 l’istanza di sanatoria viene riproposta ed il Comune di Rimini rilascia la concessione in sanatoria.

L’ulteriore ampliamento della sala del ristorante era oggetto del condono del 2003. Istanza rigettata perché giunta oltre i termini di legge. Il rigetto dell’istanza di condono ha comportato l’intervento dei controlli edilizi del Comune .  Controlli dai quali emergeva che il chiosco originariamente autorizzato non corrispondeva allo stato di fatto. Quindi, oltre alla contestazione degli ampliamenti non approvati con il condono del 2003, venivano contestati anche gli ulteriori ampliamenti sul chiosco storico.

Nel 2001 il Comune rilasciava regolare autorizzazione paesaggistica con riferimento al condono del 1994.

L’autorizzazione paesaggistica veniva inviata alla Soprintendenza di Ravenna, che non esercitava il potere di annullamento. Il comune di Rimini nel 2007, decorsi sei anni dal rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, rilasciava a Vannini il richiesto condono edilizio.

Tutto a posto? Assolutamente no. La Soprintendenza di Ravenna dichiarava al Comune di Rimini di non avere mai ricevuta l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Rimini e si è detta contraria ad ogni forma di condono.

Il Comune  a fronte della posizione della Soprintendenza  ha emanato un ordinanza di demolizione delle opere abusive ed ha revocato l’autorizzazione paesaggistica.

Il ricorso presentato dalla proprietà del ristorante è stato respinto dai giudici del Tar di Bologna.

Secondo il collegio giudicante il rispetto alla tutela dell’ambiente e del paesaggio deve considerarsi recessiva la posizione del privato che ha presentato l’istanza di condono edilizio. Nella fattispecie il Collegio ritiene che l’impatto ambientale negativo del manufatto è stato sufficientemente esplicitato con l’indicazione degli elementi concretamente e complessivamente ostativi.

La proprietà ha già annunciato ricorso al Consiglio di Stato.

La sentenza del Tar di Bologna

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