Il dibattito sulla nascita del polo fieristico regionale veda insieme le Fiere di Bologna e di Rimini irrompe nella campagna elettorale. Non a Rimini ma a Bologna. Daniele Ravaglia presidente di Confcooperative Bologna e direttore generale di Emil Banca in una intervista al Carlino Bologna afferma che l’unificazione delle fiere tra Bologna e Rimini a “questo punto non si farà più”. Un’affermazione pesante visto che Confcooperative Bologna detiene il 6% delle quote della fiera di Bologna.
Il motivo?
“Si tratta di un problema di governance. Una lotta di poltrone. Le condizioni di Rimini, del resto, non sono praticabili. Si doveva procedere subito per arrivare al risultato. Ora se la fiera di Bologna si rende conto che ce la fa da sola e trova le forze per sostenersi, l’integrazione non avrà più senso».
Nelle settimane scorse erano intervenuti prima la Regione con l’assessore Colla: “Si continua a lavorare alla nascita di un Polo fieristico regionale che veda insieme le Fiere di Bologna e Rimini, per dimensioni e capacità fra i più importanti in Europa. “E’ giusto però che un progetto di tale portata venga definito insieme ai nuovi sindaci e discusso nei nuovi Consigli comunali dopo le amministrative in ottobre”
Anche il sindaco di Bologna Virginio Merola aveva assicurato che “rimane strategico il fatto di riuscire a fare l’unificazione con Rimini, che ahimè sarà affidata ai nuovi sindaci, anche se il lavoro istruttorio è abbastanza avanti”.
Ora si tratta di capire se la posizione di Confcooperative Bologna è isolata e spinta dal clima elettorale oppure se si tratta di un orientamento più radicato tra alcune categorie economiche bolognesi.
Molto dipenderà dalla volontà, reale, di rilanciare il progetto, dopo le elezione da parte dei nuovi sindaci con la supervisione e intervento finanziario della Regione.