Una finale con tanta storia dietro e tante ambizioni davanti. La prima di queste è portare a casa questa Coppa Italia che finora ci ha divertito, mostrandoci gare tiratissime fino all’ultimo istante e portando all’appuntamento decisivo le due che hanno mostrato più freddezza e determinazione.
Che la posta in gioco sia esagerata lo dimostra il punteggio iniziale di 7 a 0 per Sassari con oltre una decina di errori al tiro da parte di entrambi. Milano impiega 5 minuti per totalizzare appena due canestri e non va molto bene nemmeno dopo, mentre la percentuale siderale da tre della Dinamo scrive 19-11 per i sardi.
Il secondo quarto si mantiene sulla stessa falsariga, Sassari è precisa dalla lunga distanza e Milano pasticcia un po’ ovunque e scivola inesorabilmente a -10. Guarda caso c’è il solito Macvan a togliere le castagne dal fuoco e suonare la sveglia. In 90 secondi l’Olimpia si accende e chiude appena sotto di due. 36-34 per Sassari.
Cosa sia accaduto nello spogliatoio non ci è dato saperlo, ma Milano è un’ altra squadra, allunga in un amen dimostrando di avere il pieno controllo della gara anche se Sassari non è sicuramente già morta. Infatti basta una rottura prolungata di Milano per chiudere in vantaggio di 2 soli punti: 56-54 per l’Olimpia alla terza sirena.
Ultimo quarto che inizia in equilibrio poi si scatena Hickman (25 punti finali) che nelle due precedenti uscite non aveva dato sicuramente il meglio di sé e segna sia dalla lunga che attaccando il ferro. Sembra fatta e invece no, Milano perde la testa e si fa a recuperare da una Dinamo estremamente concreta e precisa. Evidentemente Milano ha bisogno di sentire il fiato sul collo altrimenti non gioca, deve vedere il vantaggio ridotto a soli 3 punti prima di riprendere in mano il pallino e concludere 84-74 portando a casa l’ennesimo titolo dalle mani della bella madrina Alice Sabatini.
Daniele Bacchi
