Alberto Vanni, segretario Comunale del Partito Democratico di Rimini, ci ha fatto pervenire la nota che volentieri pubblichiamo:
“Non si contano più gli appelli all’Unità del Partito Democratico, una coda ormai senza fine in una lista che esprime una tendenza prevalente all’interno della comunità politica, in un momento storico che comporta rischi di deflagrazione terribili e di non ritorno.
I circoli di Rimini vogliono offrire all’attenzione degli organismi dirigenti del partito le riflessioni e gli umori che emergono dagli spazi assembleari, aperti per dare sostanza alla campagna di ascolto promossa dal segretario nazionale, per mettere il Noi davanti all’Io e ai rivoli delle diverse sensibilità.
Esercizio politico che dovrebbe rappresentare l’ordinarietà di un partito edificato per statuto sulle cellule di base dei circoli, per Noi luoghi di confronto “liberati” da schieramenti precostituiti, start-up delle idee e di contributi continui dalle articolazioni territoriali del partito, e non solo animatori di gazebo e feste dell’Unità. Per questo pretendiamo di essere ascoltati, affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità all’avvicinarsi dell’assemblea nazionale. Auspichiamo un dialogo tra tutte le componenti politiche al fine di evitare ipotesi di scissione. L’agenda non la decide ne la maggioranza o le minoranze, l’agenda la detta il consolidarsi di un orizzonte europeo e mondiale dove la crisi economica, la questione sociale e l’intolleranza xenofoba hanno già attivato processi degenerativi allarmanti.
In questo momento il PARTITO DEMOCRATICO non può essere parte del problema ma deve responsabilmente proporre le soluzioni al problema.
Venga la conferenza programmatica, definiamo cosa vogliamo e con chi lo vogliamo fare, si apra il congresso, si concordino e si rispettino le regole, si valorizzino tutte le idee anche quando in disaccordo, si trovi un minimo comune denominatore sulla legge elettorale, ma si esca dalla torre di Babele che stiamo esibendo e si ritorni a parlare con un linguaggio comprensibile ai più. Eravamo nati per essere un partito nuovo e non un nuovo partito.
Questo è prima di tutto un appello all’umiltà”.
Alberto Vanni Lazzari seg. comunale PD