Casi in risalita, variante Delta sempre più dominante e preoccupazioni diffuse su eventuali chiusure in arrivo, polemiche accese per la mancata riapertura delle discoteche da una parte e per gli assembramenti di domenica post vittoria del campionato europeo dell’Italia. E’ un’estate diversa rispetto allo scorso anno: il virus circola, i casi sono molti meno rispetto all’inverno e i ricoveri pure sono pochi ma l’emergenza è tutt’altro che alle spalle. A rassicurare in realtà più che la bassa circolazione sono i vaccini anche se i dati non fanno figurare la Provincia di Rimini tra le più virtuose, tanto che basta guardare le percentuali dei vaccinati, minori rispetto a quelle degli altri tre capoluoghi romagnoli.
«Pochi giri di parole intorno: si sta diffondendo la variante Delta – spiega Raffaella Angelini direttrice della sanità pubblica dell’Ausl Romagna al Corriere di Bologna – e ripetiamolo: è più contagiosa e aumentando le situazioni di contatto sociale come abbiamo visto in occasione dei festeggiamenti della vittoria dell’Italia l’essere all’aperto protegge ma la protezione viene a mancare quando si sta vicini e soprattutto si urla e si canta insieme». A questo proposito, ovvero degli assembramenti selvaggi visti un po’ ovunque in tutta Italia “ricordiamoci della regola dei 14 giorni di incubazione. Ci vorrà tempo per capire se questi assembramenti avranno ripercussioni e di certo non lo capiremo domani. Fatto sta che al netto di tanti appelli alla prudenza non è bello scoprire che nessuno di questi venga almeno ascoltato”.
Un problema a Rimini c’è per davvero e somiglia più a un paradosso: “L’area riminese è tra quelle che offrono più occasioni di socialità e al contempo quella in cui la gente si è vaccinata di meno come mostrano i dati. E’ necessario invertire la tendenza“.
Sia Raffaella Angelini che Vittorio Sambri, direttore del laboratorio di microbiologia di Pievesistina concordano nel dire che la variante Delta del coronavirus sta prendendo il sopravvento soppiantando tutte le altre in Emilia Romagna: “è arrivata al 50% si trasmette di più ma non produce una malattia più grave. La differenza la fa essere vaccinati o meno“.