“Fumata nera, nerissima, talmente nera da essere completamente sparita. Avevamo riposto le nostre speranze di riapertura nel prossimo Consiglio dei Ministri – spiega Gianni Indino, presidente del SILB-Fipe dell’Emilia Romagna – speravamo che fosse arrivato anche per i locali da ballo il momento di tornare a lavorare dopo ben 17 mesi di chiusura. E invece abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione che alla politica non interessa niente delle nostre imprese, delle nostre famiglie e dei nostri lavoratori. Per loro siamo trasparenti, siamo un comparto economico che non ritengono nemmeno degno di una discussione”.
“Fonti vicine al governo – riferisce Indino – ci hanno fatto sapere che nella riunione tecnica pre-consiliare di oggi non si è discusso di noi e siamo spariti dall’ordine del giorno del prossimo CDM di domani. Questa è la considerazione che hanno di noi. Non siamo stati ascoltati, non siamo stati invitati ai tavoli, ma soprattutto nessuno ci ha ancora detto il reale motivo per cui non ci permettono di riaprire, a maggior ragione ora in cui tutti i settori hanno ripreso a lavorare, ora che le persone sono tornate a divertirsi, a riunirsi, ad assembrarsi. Si era parlato di ingressi in discoteca con Green Pass e ci saremmo adeguati a fare entrare nei locali solamente immunizzati e vaccinati, ma nemmeno questo è bastato. E allora ci chiediamo: quando torneremo ad una vita pseudo-normale anche noi, come il resto del Paese? Purtroppo siamo pochi, non abbiamo i numeri di altri comparti economici, eppure anche noi siamo imprenditori che operano in questo Stato e invece i politici con questa ignavia ci stanno mettendo fuori dal mercato, ci stanno costringendo a cambiare lavoro senza nemmeno degnarsi di dircelo. Noi e le nostre famiglie meritiamo più rispetto: non è un comportamento tollerabile da chi ci amministra. Avevamo ottenuto l’apertura anche dal CTS, quindi la politica non ha più scuse: è la decisione politica che non arriva”.
“Mi chiedo allora – prosegue il presidente del SILB – se questo eterno procrastinare non sia dovuto alle imminenti elezioni amministrative in molti capoluoghi italiani. È questo che tiene ferma tutta la politica? È per questo che nessuno si vuole prendere la responsabilità di fare una scelta sul nostro futuro? È per questo che nessuno ci ha ancora spiegato realmente perché siamo le uniche imprese italiane ancora chiuse per decreto? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Non c’è volontà o non c’è capacità di dare risposte vere ad un settore ormai allo stremo. Se non si è ancora trovato modo di aprire i locali da ballo mentre lo fa tutta Europa, se non si è ancora riusciti a mettere sul tavolo un progetto di riapertura in sicurezza, la responsabilità è tutta politica. Ieri sera ho partecipato ad una trasmissione radiofonica di Radio1 insieme al professor Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova che in questi anni tutti abbiamo imparato a conoscere per le sue posizioni molto restrittive sulle riaperture. Anche lui ha convenuto con me che seguendo i protocolli e con il Green Pass non vedeva il perché non si potesse riaprire. E invece siamo ancora qui a brancolare nel buio”.
E annuncia: “Di appelli ne abbiamo fatti a migliaia, ora è il momento di prendere una posizione ferma, che ci consenta di essere ascoltati. Inizieremo domani (giovedì 8 luglio) in piazza San Silvestro a Roma con una manifestazione che parte dal basso, senza sigle sindacali e bandiere, con migliaia di persone, pacifica ma decisa e rumorosa. L’ennesimo tentativo della nostra categoria di essere riconosciuta. Purtroppo stiamo capendo nostro malgrado che in questo Paese se rispetti le regole non vieni ascoltato, non ottieni risposte, diventi trasparente, mentre con gesti eclatanti hai tutta l’attenzione che serve. Dobbiamo arrivare a questo? Da cittadino prima che da imprenditore mi vergogno di come il governo sta gestendo questa situazione, mentre per le strade ognuno fa ciò che gli pare, dai festeggiamenti senza freni al ballo abusivo e senza controllo”.
“Ai gestori dei locali da ballo dico di mantenere la calma, anche se è davvero complicato, e di non fare gesti avventati. Continueremo a lottare per ottenere la riapertura delle discoteche, a lottare per fare valere i nostri diritti”, conclude Indino.