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Concessioni spiagge, a Roma torna tutto in alto mare

Giornata calda oggi a Roma non solo sul versante della politica o del Pd. Hanno anche tenuto alta l’attenzione la manifestazione dei taxisti e il dibattito sul disegno di legge del Governo sulle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo.

Al Senato è stata presentata la legge delega per la concessioni da parte dei gruppi del Partito democratico e Area popolare. I lavori che sono stati introdotti da Sergio Pizzolante, vice capogruppo Area popolare alla Camera, e dal senatore Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria, commercio e turismo. Nel dibattito sono intervenuti anche i rappresentanti delle categorie e l’Onorevole Arlotti.

A seguire si è svolta la riunione degli assessori regionali al demanio convocati dall’assessore della Regione Liguria nella sua veste di coordinatore. Presente  l’assessore regionale Andrea Corsini dell’Emilia Romagna.
In entrambi gli incontri hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni.
Era presente anche Giorgio Mussoni di Oasi Confartigianato.

Come era facile immaginare si è manifestata una divisione profonda tra i sindacati di categoria e le posizioni delle Regioni; di conseguenza, la spaccatura si è riflessa anche le posizioni delle singole forze politiche.

Da una parte il Governo e i partiti che lo sostengono (Pd e Ncd) e le regioni costiere di centro sinistr. Dall’altra parte della barricata le forze politiche di opposizione (centro destra e 5 Stelle), le Regioni di centro destra e i sindacati nazionali (che pur apprezzando la legge delega del Governo, insistono sui 30 anni di periodo transitorio) e molte sigle sindacali di base.

Questi gli aspetti principali degli incontri di oggi.

Gli assessori regionali hanno chiesto un incontro urgente al Governo per definire la portata del disegno di legge delega approvato.
L’impianto di legge del Governo, secondo le regioni, ha alcuni elementi forti, ma anche vuoti da colmare. A partire ad esempio dalla durata del periodo transitorio, punto fondamentale su cui va trovata un’intesa con l’esecutivo. In campo vi è appunto la richiesta di un periodo transitorio di 30 anni.

Tutti i partecipanti all’incontro (assessori regionali ed associazioni dei balneari) hanno chiesto un coinvolgimento diretto nella redazioni dei decreti attuativi. Tutte le associazioni sono state nette nel dire no a qualsiasi procedura selettiva e sostenere il legittimo affidamento con un periodo transitorio di 30 anni.

Particolarmente soddisfatto l’assessore della regione Liguria Scajola (Forza Italia), da sempre contrario alla direttiva Bolkestein: ”Chiederemo un incontro urgente al Governo partendo dalla volontà comune di tutelare le imprese. Come Regione Liguria ho molto apprezzato la posizione espressa dalle Associazioni nazionali dei balneari che hanno ribadito l’importanza del legittimo affidamento legato a un periodo transitorio di trent’anni”.

Insomma, per restare in tema, è tutto in alto mare e all’orizzonte non si intravede alcuna spiaggia sicura. Lunedì a Rimini all’iniziativa con il ministro Costa tutta sembrava procedere benissimo.
Oggi a Roma si respirava ben altro clima. Sì al riordino della materia, ma resta come un macigno la condizione di quei 30 anni di proroga.

A fronte di questa richiesta la risposta del Governo è netta: per il ministro Costa “i 30 anni sono troppi e chi li vuole fa una cosa dirompente”
“Il periodo transitorio non potrà essere troppo lungo, per non rischiare procedure di infrazione dall’Ue”, conferma il viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini.

Domani si replica. E si rischiano le parole grosse: in programma in Liguria un incontro del ministro Costa con la Regione Liguria e le associazioni dei balneari locali, le più agguerrite insieme a quelle toscane.

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