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Il nuovo rettore dell’Università di Bologna è il riminese Giovanni Molari – VIDEO

È il riminese Giovanni Molari il nuovo rettore dell’Alma Mater di Bologna. Il direttore del dipartimento di Agraria ha sconfitto al ballottaggio la sua avversaria, la giurista Giusella Finocchiaro, presidente della Fondazione del Monte. Sfuma così per l’Università di Bologna, almeno per questa tornata elettorale, la possibilità di avere la prima rettrice donna della sua storia. E’ invece la prima volta che un romagnolo viene chiamato a condurre  l’ateneo felisineo.

Classe 1973, Molari è professore ordinario in Meccanica agraria all’Università di Bologna dal 2016. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria dei materiali all’Università di Modena e Reggio Emilia, l’abilitazione alla professione di Ingegnere e la laurea in Ingegneria meccanica all’Università di Bologna.

“Sono emozionato, ringrazio tutti. È un momento particolarmente bello per il nostro Ateneo”. Queste le prime parole a caldo del nuovo rettore. “Siamo una grande comunità – aggiunge Molari, che commenta il risultato subito dopo la proclamazione in Rettorato, nella sala VIII centenario – e l’obiettivo di tutti deve essere tenerlo unito, come abbiamo fatto in questi anni. Sono stati mesi molto belli, di confronto e dialogo. E il confronto e il dialogo continueranno anche nei prossimi anni, per affrontare le sfide che abbiamo davanti”.

Nella sua attività di ricerca si è occupato di studiare sopratutto i problemi connessi al progetto e alla verifica dell’affidabilità di trattrici agricole, alle macchine per la zootecnia e all’uso di biomasse per produrre energia. Dal 2015 al 2018 è stato vicedirettore del dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari e nel 2018, dopo la costituzione di un unico dipartimento di agraria, è stato eletto direttore per il triennio 2018-2021 e poi riconfermato nel ruolo per il triennio 2021-2024. Dal 2018 è membro del Senato accademico e componente della commissione risorse umane.

Molari ribadisce la sua “ferma convinzione che ora tutta la nostra comunità debba essere coinvolta con unanimità di valori e di intenti. Le idee diverse continueranno ad arricchirci e a guidarci nella complessa realtà sociale e culturale di cui siamo chiamati a essere interpreti e protagonisti. Sono grato naturalmente a Giuliana Benvenuti, Giusella Finocchiaro, Pier Paolo Gatta e Maurizio Sobrero, miei compagni in questa entusiasmante esperienza”.

Anche con Ubertini “il dialogo sarà continuo – assicura il nuovo rettore – per un passaggio di consegne puntuale, perchè siamo qua per costruire e dobbiamo iniziare a lavorare subito sui temi che abbiamo di fronte. I rapporti sono buoni, in questi anni ho sempre fatto osservazioni costruttive, mai con critiche asettiche, e da oggi siamo sulla stessa strada per far andare avanti l’Ateneo”. Per i prossimi sei anni, Molari vuole dunque “un’Università capace di ascoltare e dialogare con tutti, e fare sintesi condivise. Credo che l’Alma Mater debba essere la più inclusiva possibile, raccogliendo il lavoro fatto in questa campagna elettorale”.

Le priorità sono “innanzitutto rilanciare la ricerca di base – elenca il nuovo rettore – tornare a una didattica in presenza appena possibile, raccogliere le sfide del Pnrr e dialogare con le città del nostro Multicmapus”. Su esami e lezioni in aula, in particolare, “cercheremo di vedere innanzitutto come va l’andamento della pandemia – afferma Molari io credo che la nostra Università debba tornare in presenza, dopodichè abbiamo avuto l’occasione di sfruttare nuove tecnologie e cercheremo di utilizzarle il più possibile, ma tornando in presenza”. Anche il tema di genere, aggiunge Molari, “credo sia prioritario per il nostro Ateneo e faremo tutto il possibile per tenerne conto, nella squadra e in tutti gli aspetti che riguardano la vita dell’Ateneo”. Infine, un pensiero per Zaki. “Credo che sia assolutamente indispensabile portare avanti l’impegno dell’Alma Mater e rafforzarlo per cercare di riportare tra noi Patrick”, dice il nuovo rettore.

Molari vorrebbe anche continuare a incontrare le varie anime dell’Alma Mater, “per conoscere sempre meglio il nostro Ateneo, e per conoscere voi personalmente, perché voglio guidare un Ateneo fatto di persone che dialogano e progettano insieme. Avvierò anche i primi contatti con tutte le istituzioni che concorrono ai nostri obiettivi, in nome del nostro comune dovere verso la società e le nuove generazioni. Dovremo essere pronti a progettare insieme il nostro futuro”. Infine, conclude Molari la sua lettera, “un pensiero per le nostre studentesse e i nostri studenti, che hanno attraversato mesi difficilissimi e si sono visti sottrarre l’esperienza piena della vita universitaria. Garantisco che al bene degli studenti dedicheremo un impegno sempre più convinto e costante”. 

Giovanni Molari ha vinto con uno scarto di 550 voti. Di fatto un sorpasso rispetto al primo turno, quando la giurista ha chiuso con 788 voti a favore mentre il direttore del dipartimento di agraria si era fermato a 740 preferenze. Poi, nell’ultima settimana, a favore di Molari sono arrivati gli endorsement da parte degli altri tre sfidanti rimasti fuori dal ballottaggio: Maurizio Sobrero, Giuliana Benvenuti e Pier Paolo Gatta. In tutto, i tre portavano un ‘tesoretto’ complessivo di circa 1.680 voti che però non sono traslati in maniera compatta su Molari. Il nuovo rettore infatti è stato eletto alla fine con 1.825 voti, contro i 1.274 di Finocchiaro (sono state 101 le schede bianche). In crescita l’affluenza: questa volta hanno votato 5.013 elettori (l’89,6%) contro i 4.568 del ballottaggio di sei anni fa. Andando a guardare i voti per categorie, Molari ha ottenuto la maggioranza delle preferenze sia tra gli studenti, sia tra il personale tecnico-amministrativo, sia tra docenti e ricercatori. Per quanto riguarda l’elettorato studentesco (peso 0,39), al nuovo rettore eletto sono andati 84,63 voti ponderati, mentre a Finocchiaro 13,26. Minore il distacco guardando le preferenze del personale TA (peso 0,19): a Molari sono andati 178,38 voti ponderati, alla giurista 169,38. Netta invece la differenza nel corpo docente (dove una testa vale un voto): Molari ha ottenuto 1.562 voti contro i 1.092 di Finocchiaro.

Al primo turno, invece, chi aveva ottenuto la gran parte delle preferenze del personale tecnico-amministrativo era stata Benvenuti, che con 145,26 voti ponderati aveva doppiato Sobrero, giunto secondo in questa categoria con 75,42 voti. Più distanti gli altri candidati: Finocchiaro 65,34; Gatta 47,34; Molari 47,16. Tra i docenti e i ricercatori, invece, al primo turno la maggioranza relativa era andata a Finocchiaro con 718 voti, a cui seguivano Molari (672 voti), Sobrero (614), Benvenuti (452) e Gatta (274). Tra gli studenti, infine, il più apprezzato al primo turno era stato proprio Gatta con 38,22 voti ponderati, seguito da Benvenuti (22,23), Molari (21,45), Sobrero (10,7) e Finocchiaro (5,7 voti ponderati).

“Sono pienamente soddisfatta della competizione che ho sostenuto. È stata una battaglia in cui credevo, una battaglia giusta, e sono contenta di averla combattuta per il nostro Ateneo, per una Università più aperta, più autorevole e più forte”. Così Giusella Finocchiaro commenta la sconfitta nella corsa al Rettorato nel ballottaggio che si è concluso oggi.

“Faccio i miei auguri al rettore eletto – dice Finocchiaro, lasciando Palazzo Poggi al termine dello scrutinio – e ovviamente rimango a disposizione della mia comunità e della Istituzione che amo, alla quale ho dedicato tutti questi mesi”.

L’amarezza per la sconfitta c’è e la si percepisce nella voce a tratti incrinata. “Ho combattuto una battaglia in maniera leale e aperta – rivendica Finocchiaro – basandomi sui programmi e cercando di ritrovare le radici della storia e un percorso di rinnovamento. Ho combattuto con profondo spirito di servizio, mettendomi al servizio dell’Università, in cui credo, pronta a restituire i miei talenti e a lasciare da parte tutti i miei numerosi incarichi professionali e istituzionali per l’Alma Mater. E sono contenta di averlo fatto”.

Infine, conclude Finocchiaro, “sono grata a tutte le persone che ho incontrato. Esco da questa esperienza molto più arricchita dal punto di vista umano e più forte. È stata un’esperienza molto bella”.

(Agenzia DIRE)

 

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