I candidati sindaco alla città di Rimini sono in piena campagna elettorale e ognuno di loro deve dare il meglio di sé per essere eletto ad ottobre. Ciascun candidato ha presentato da tempo il suo programma elettorale.
Tra gli argomenti più gettonati c’è la questione canile (il nuovo dovrebbe essere costruito a Spadarolo).
Purtroppo non sempre una buona causa è portata avanti come imporrebbe la logica, e nel caso del canile, i candidati si sono dimostrati interessanti, sì, all’argomento, ma si sono mossi in modo superficiale, facendo delle domande sbagliate alle persone sbagliate.
Il canile non è solo una struttura di mura e gabbie, ma ha dinamiche e problematiche specifiche e molto serie che vanno comprese e per fare questo bisogna parlare con le associazioni, ma soprattutto con chi in canile ci lavora tra grandi sacrifici e dedizione; bisogna andare a vedere la struttura e guardare negli occhi i suoi ospiti, non starsene seduti ad una bella scrivania e promettere mari e monti.
Il canile nuovo o vecchio che sia, è una questione sociale di grande importanza, e come tale andrebbe affrontata dal momento che è la cassa di risonanza di molti problemi e fa da ‘cuscinetto’ ad altrettanti. Non è per nulla un argomento marginale.
L’Italia nell’agosto del 1991 è stato il primo stato europeo a rinnovare le leggi a favore degli animali e per questo è stata considerata una nazione all’avanguardia. Un primato che se si vuole mantenere bisogna dare alle problematiche ambiente/animali il giusto peso e quindi non farne solo argomento da campagna elettorale, tante belle parole buttate lì tanto per acchiappare voti, ma impegnarsi per fare qualcosa di concreto e continuativo nel tempo.
Il canile è una questione seria e ci vogliono delle idee concrete e azioni concrete.