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Nasce il super comitato “NOantennerimini” 

Aggiornamento del regolamento comunale, catasto delle antenne, zonizzazione del territorio, rispetto dei siti sensibili, verifica delle autocertificazioni dei gestori telefonici, monitoraggio delle antenne installate per individuare quelle non conformi alle linee guida:  queste le richieste dei comitati.

Nasce il super comitato “NOantennerimini”  costituito dal comitato No antenna INA Casa;  Comitato Palas “l’Astronave che Fuma”; Comitato Via delle Fosse; Comitato Via Ceccarelli; Comitato di Viserba Monte; Comitato Viserba Mare.

Negli ultimi tre anni il parco antenne è aumentato del 30% e in Romagna Rimini gode del primato di ospitarne il più alto numero, oltre 700. Secondo i comitati il fenomeno pare essere sfuggito dal controllo amministrativo. I comitati unti chiedono innanzitutto che venga aggiornato il regolamento comunale, fermo al 2020: esso rappresenta ancora una risorsa che se ben applicata favorirebbe la localizzazione delle nuove infrastrutture in modo più razionale nel rispetto dei “siti sensibili”.

Occorre creare un catasto delle antenne ed attuare la zonizzazione del territorio per l’individuazione morfologica di aree più o meno idonee alle installazioni.

Le installazioni, spesso frutto di accordo tra privati, vengono valutate e concesse sulla base di progetti certificati solo dalle autodichiarazioni delle imprese telefoniche.

Questi dati non verificati (come altezza degli edifici e misurazioni al suolo) risulteranno comunque determinanti per le valutazioni previsionali dei campi elettromagnetici da parte di Arpa, la quale però ammette che le dichiarazioni inserite nelle documentazioni dei gestori, non sono di sua competenza. Di fatto quindi vengono rilasciati  pareri favorevoli sulla base delle autocertificazioni.

La carenza di un progetto di localizzazione nel territorio si è trasformata in disagi e  rischi riversati sui cittadini, che si vedono sempre più spesso collocare antenne senza alcuna razionalità. Per questo si acuiscono sempre più i conflitti sociali, nascono spontaneamente nuovi comitati per contrastare le installazioni di stazioni radio base imprudentemente collocate troppo vicine alle abitazioni o presso scuole e asili, i cosiddetti “siti sensibili” che lo stesso regolamento può e deve tutelare.

Il testo del DL Semplificazioni, approvato dal CdM, include la modifica dell’art. 8,   6° Comma della Legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico (L. 36/2001) e introduce per la prima volta la tutela dei c.d. “luoghi sensibili”.  Il richiamo esplicito ai “siti o recettori sensibili” deve considerarsi un vero e proprio riconoscimento della facoltà di pianificare e regolamentare la localizzazione delle stazioni Radio base nel territorio, avvalendosi di strumenti qualificati per valutare e superare i rischi di esposizione della popolazione.

Il Regolamento di telefonia mobile del comune di Rimini  prevede di evitare di orientare le antenne verso abitazioni e ricettori sensibili. Quindi per superare situazioni di conflittualità, applicando il proprio regolamento, l’Amministrazione può assolvere al ruolo di arbitro tra cittadini e operatori telefonici, autorizzando o negando la localizzazione degli impianti in determinati ambiti.

Se l’Ente Locale non disciplinerà questo settore con criteri cautelativi e prudenziali, anche con l’introduzione di limiti e divieti, purché “non generalizzati” come riportato nel DL Semplificazioni, l’esigenza degli operatori di realizzare la copertura capillare della rete di telefonia mobile in un territorio fortemente urbanizzato, potrebbe trasformarsi in una “sanatoria”! Rimarranno insomma centinaia di antenne nel raggio di 100-200 metri vicino a scuole, ospedali, persone fragili che continuano a subire gli effetti nocivi dell’inquinamento elettromagnetico sulla propria salute.

Inoltre ora, con le nuove tecnologie compreso il 5G,  nella provincia esiste un vero rischio di proliferazione incontrollata di nuovi gestori e nuovi impianti di telefonia mobile. Gli imprenditori delle telecomunicazioni stanno proprio sfruttando il vuoto decisionale delle amministrazioni comunali che, secondo i comitati, sembrano ormai aver cancellato la funzione di controllo.

La Commissione Colao, istituita per indicare provvedimenti di rilancio per l’Italia, propone di innalzare i limiti elettromagnetici.  L’ANCI  ha già rifiutato la proposta Colao, bollandola come “pulsione centralistica” che può causare “effetti indesiderati” che aggravano gli attuali conflitti in atto. Legambiente, contro l’elevazione dei limiti, ha avviato una sottoscrizione nazionale:

https://attivati.legambiente.it/page/67542/petition/1?mode=DEMO&locale=it-IT&en_chan=wa)

 

 

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