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Rimini, manifestazione per migranti in hotel: “Non è andato tutto bene, i razzisti vincono”

Questa mattina Casa Madiba Network e ADL Cobas Emilia Romagna hanno organizzato alla sede dell’AIA (Associazione italiana albergatori) una conferenza stampa/azione performativa in riferimento al grave episodio di razzismo e discriminazione subito da un gruppo di richiedenti asilo esclusi dalla zona turistica di Rimini sud.

Questo il testo distribuito:

“Si avvicina la stagione nella riviera Romagnola ed oggi a farla da padrone sulla stampa locale non sono le condizioni di lavoro paraschiavistiche che caratterizzano il settore economico che più di altri ha avuto sostegni e ristori, quello turistico, ma il trasferimento di una quarantina di persone, tutte richiedenti asilo nel nostro paese, in due hotel nella zona di Rimini sud, vicino al lungomare.
Serrata di scudi, raccolta firme fra gli operatori turistici, sostegno dell’amministrazione comunale del Pd, passo indietro di Croce Rossa, e i razzisti vincono. Fuori i richiedenti asilo dalla zona turistica, le persone nere servono solo invisibilizzate per sfruttarle meglio nei tuguri delle cucine e delle cantine degli hotel e dei ristoranti della Riviera.
Non è andato tutto bene e l’effetto della pandemia passa anche da questo gravissimo episodio di razzismo e discriminazione.
Non solo ci troviamo in una vera e propria pandemia sociale, con aumento dei lavoratori e lavoratrici poveri, aumento dei disagi e problematiche abitative, ma facciamo sempre più i conti con una società e un mondo del lavoro sempre più incattivito e profondamente classista, sessista e razzista.

La riqualificazione dell’offerta turistica e di tutta la zona turistificata dovrebbe passare in primis, anche grazie a quello che la crisi sanitaria ci dovrebbe aver insegnato, dalla lotta e contrasto al lavoro nero e povero, all’evasione fiscale, per il rispetto del CCNL e del mancato giorno di riposo e non con la cacciata dei richiedenti asilo di pelle nera dai luoghi turistificati.

La reazione degli albergatori e, in primis, quella esternata ieri sulla stampa dalla presidente dell’Aia, Patrizia Rinaldis, sono motivate dall’ipocrisia di chi è ben consapevole di promuove un modello economico basato sull’illegalità e lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori stagionali nelle strutture ricettive e negli esercizi commerciali, in particolare se sono persone migranti, studenti e studentesse in formazione e donne.
Sono centinaia i richiedenti asilo che mantengono in piedi questi servizi, come lavapiatti, tuttofare, aiuto cuochi, bagnìni in spiaggia nella Riviera Romagnola. Però non possono vivere nella zona mare, nella città vetrina, devono essere invisibili, per essere meglio sfruttati e sfruttati.

È sconcertate e vergognosa la presa di posizione di alcuni esponenti della Giunta comunale del Pd e il silenzio di altri.
Sostenere la posizione indifendibile degli operatori turistici senza se e senza ma, difendere una città che si mette in ghingheri per essere sempre più bella, “senza spendere una parola che sia una, per domandarsi come renderla più giusta e cullandosi nell’illusione che saranno gli automatismi di mercato e i flussi turistici a sistemare tutto, significa semplicemente lavorare per consolidare le posizioni, rispettivamente, di privilegio e di svantaggio” che questo tipo di economia produce, compreso fatti gravi e allarmanti come questo che ci indicano come, ancora una volta, la linea del colore sia un elemento disciplinante nell’accesso allo spazio pubblico e alla città vetrina, il parco giochi per i turisti.

Una città più bella non è necessariamente più giusta. Al contrario, senza un’attenzione particolare alla dimensione sociale, la riorganizzazione del tessuto urbano rischia di vedere aggravati squilibri e disuguaglianze e forme di razzismo come questa. Non ci saranno state le barricate di Goro, o i presidi dei neonazisti contro i richiedenti asilo che dovevano essere trasferiti nella zona di Rimini sud, resta comunque inaccettabile e vergognoso quanto accaduto. Nella città di Rimini, capitale europea dell’accoglienza e del turismo che riparte dopo il Covid, le persone nere e richiedenti asilo non possono vivere sul lungomare o nella zona turistiche, ma solo al chiuso delle cucine a lavorare come schiavi e come schiave. La cittadinanza degna è invitata a partecipare! Non è andato tutto bene! Black Lives Matter always and everywhere!”

 

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