“Vogliamo una città viva e aperta, che ha memoria del passato – scrive in una nota Sergio Valentini, portavoce del progetto Comune Rimini 2021 – ma guarda al futuro. Rimini non è destinata ad essere consegnata alla rendita immobiliare, al potere finanziario, alla speculazione edilizia e alla cattiva politica. Rimini vuole essere una città solidale, non una merce in competizione con altre città merce. Il centro cittadino sta perdendo la sua identità ed a tratti irriconoscibile per i suoi residenti. È come una vetrina ben illuminata ma vuota, con i musei ridotti a strumento di marketing. Le periferie sono carenti di vita sociale e culturale, mentre vengono chiusi i presidi sanitari pubblici, privatizzate le scuole materne e gli asili nido. Gli spazi pubblici sono ceduti ai grandi eventi per i vip e svuotati della loro vocazione pubblica, e in alcuni casi sono dismessi o abbandonati.
Vogliamo riempire tutti questi vuoti – prosegue la nota di Sergio Valentini – e restituire nuova vita ad una città che si è smarrita. Vogliamo una democrazia degli spazi, non un vuoto chiamato democrazia, dove tutto è deciso altrove. Non è un sogno irrealizzabile, ma da inseguire e costruire insieme, attraverso percorsi che altre città hanno già avviato con successo.
Vogliamo che le politiche sociali e della salute siano al centro del percorso politico cittadino al contrario di quello che è stato negli ultimi anni nelle istituzioni cittadine. Gli anni a venire rischiano di essere sempre più difficili da affrontare per le fasce più deboli della popolazione e questo va evitato con politiche attive e dal basso basate sul confronto e sull’ascolto.
Abbiamo in mente una città verde, capitale di un nuovo modello di sviluppo basato sui principi dell’economia solidale e circolare, sull’autorecupero e l’autocostruzione per uso abitativo e sociale. Una città che compia una piena transizione verso le energie rinnovabili.
La nostra è la Rimini della Cultura, culla di bellezza che valorizza il suo paesaggio urbano e i suoi beni artistici perché li considera un bene comune da curare come un insieme armonico.
È la Rimini che promuove un nuovo welfare locale, fondato sulla gestione pubblica e collettiva dei beni comuni, a partire dall’acqua, e delle risorse essenziali. È una città che si lascia alle spalle la triste stagione delle privatizzazioni per tornare ad essere una comunità dove chi lavora ha una giusta retribuzione e può guardare al futuro senza paura. È una città dove il diritto alla salute per tutti deve essere il fondamento della convivenza civile e la diffusione della medicina sul territorio un punto fondante della nostra comunità.
È una città laica, antirazzista, antifascista e femminista.
La ridefinizione di una Rimini nuova – continua il portavoce del progetto Comune Rimini 2021 – non può essere demandata ai poteri forti, ma deve essere affidata a un governo di tutte e tutti, un governo della cittadinanza. Le nostre città, anche Rimini, sono state in questi decenni dominate da politiche economiche fondate sullo sfruttamento delle risorse collettive a vantaggio di pochi. È necessario aprire nuovi spazi di partecipazione che garantiscano il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine al governo della città e della sua economia. Se alla crisi economica si deve rispondere con investimenti pubblici, con un diverso modello di sviluppo e con la reintroduzione dei diritti sociali, alla crisi della democrazia si deve rispondere allargando gli spazi democratici e di partecipazione, rendendo più vicini e trasparenti i luoghi dove vengono assunte le decisioni.
Dalle città può partire un movimento in grado di riaprire il dialogo tra i popoli e le culture. Dalle città, dal basso, può rinascere una visione planetaria dell’essere umano in grado di abbattere gli egoismi, le divisioni, i nuovi muri. Rimini ha visto disperdersi nel corso degli anni la propria vocazione internazionale e pacifista. Vogliamo ridarle quel ruolo di città promotrice di pace, di dialogo, di incontro tra culture, aperta ai movimenti femministi. Faremo partire da questa città un nuovo umanesimo che contrasti le politiche dell’odio e della violenza che avanzano nella società e nelle istituzioni, che smilitarizzi le relazioni umane, che valorizzi tutte le pluralità e che promuova il principio costituzionale della pari dignità sociale.
Per questo crediamo – conclude Sergio Valentini – che la presenza di una forza di sinistra all’interno delle istituzioni cittadine sia di fondamentale importanza. Una forza che dia voce alle istanze dei più deboli e slegata dagli interessi delle lobbies. Una voce libera e solidale per una città di tutti e per tutti”.