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Coraggiosa Rimini e Cattolica: “Non si può morire di lavoro”

Morto a Busto Arsizio operaio di 49 anni schiacciato dal tornio meccanico. La moglie: “Si lamentava perché erano pochi”. E’ inaccettabile – scrivono in un comunicato Coraggiosa Rimini e Cattolica – la morte di lavoratori e lavoratrici padri e madri, giovanissimi, come è accaduto qualche giorno fa a Prato ad una madre di soli 22 anni. Ma non è di molto tempo fa che anche nella nostra provincia il verificarsi di una tragedia sul lavoro, infatti il 16 aprile a Viserba un operaio di 53 anni è rimasto schiacciato da un escavatore in un cantiere per la costruzione di un nuovo sottopasso. I dati ci consegnano purtroppo una drammatica realtà, ogni giorno in Italia tre lavoratori o lavoratrici si recano al lavoro e non fanno più ritorno a casa, e la pandemia aggrava ancor di più la situazione se pensiamo ai tanti lavoratori della sanità o alle cassiere dei supermercati esposti al contagio del Covid – 19 o ai riders che ci consegnano la pizza calda a casa rischiando costantemente la vita in strada. Si continua a morire – continua la nota di Coraggiosa Rimini e Cattolica – anche perché ogni modifica all’organizzazione del lavoro e ogni investimento che abbiano come criterio la salvaguardia della vita, dell’incolumità e della salute dei lavoratori rappresentano un costo. Diminuire i rischi e quindi i morti sul lavoro non è solo una questione di leggi. È questione in primo luogo di approntare un sistema che faccia rispettare, e non occasionalmente la sicurezza sui posti di lavoro. Per Coraggiosa Rimini e Coraggiosa Cattolica l’obiettivo deve essere il rispetto delle regole, delle procedure e delle misure preventive da adottare per rendere più sicuri tutti i luoghi di lavoro, quali essi siano. L’obiettivo deve essere quello di evitare o comunque ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori a rischi legati all’attività lavorativa per evitare infortuni o incidenti o contrarre una malattia professionale. 

Per Coraggiosa Rimini e Coraggiosa Cattolica – conclude il comunicato – non si può morire di lavoro, l’informazione e la formazione dei lavoratori e delle lavoratrici è fondamentale, occorre l’applicazione dei contratti di lavoro e una condivisa cultura della legalità a cominciare dalle gare d’appalto. Occorre un patto fra istituzioni, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali ed enti preposti alla sorveglianza perché si affronti seriamente ad iniziare dal nostro territorio la tragedia delle morti sul lavoro”.

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