L’ex sindaco di Rimini Marco Moretti dà l’ultimo saluto a Rodolfo Pasini, per anni presidente del Ceis e di Amir, e lo ricorda con parole di grande stima e affetto.
Ecco le sue parole:
Oggi, nella Chiesa di San Francesco del Cimitero di Rimini, alle 10,00 abbiamo dato l’ultimo saluto a Rodolfo Pasini, una persona che anche nell’aspetto rifletteva la sua gentilezza e disponibilità.
Conobbi Rodolfo nel 1975, quando mi iscrissi al Partito Socialista italiano e subito si stabilì, tra noi, una grande sintonia umana, probabilmente perché anche Rodolfo era Ingegnere, con una vena umanistica, negli anni questa sintonia si è poi trasformata in una
vera e propria amicizia, che ha coinvolto anche sua moglie Maria Grazia e mia moglie Paola, entrambe convinte socialiste.
Rodolfo, era un ottimo ingegnere in “pianificazione territoriale ed urbana”, dei numerosi suoi interventi ricordo il “Piano regolatore di Misano degli anni 70/80” ed il suo importante contributo al piano regolatore di Rimini, iniziato nel 1983 da una giunta di sinistra, e
presentato nel 1991 da una giunta di pentapartito, purtroppo mai adottato.
Rodolfo era un socialista, anche per tradizione familiare e non si arrese alla scomparsa del PSI all’inizio degli anni 90 e per anni ha continuato la tradizione di quell’importante partito con quanti, nonostante le tante delusioni, volevano contribuire allo sviluppo della nostra
comunità.
E’ stato anche un valido amministratore, due incarichi fra tutti, presidente di AMIR e del Ceis , proseguendo la tradizione dei Presidenti del PSI dal dopoguerra, quando il Sindaco di Rimini Arturo Clari, con l’aiuto del Sindaco di Milano Greppi, istituì questa importante
struttura nella città.
Per comprendere il pensiero di Rodolfo in tema di pianificazione, riporto un breve stralcio, del suo intervento al convegno del 19 dicembre 1986, tenuto dal Partito Socialista Italiano dal titolo emblematico “Rimini bella impossibile”. Affermava Rodolfo:
“C’è una diffusa insoddisfazione su come è costruita la città moderna, in particolare la sua periferia, una città disaggregata, cui manca un disegno generale che dia continuità e “senso” alle varie parti che la compongono; brutta dal punto di vista estetico, carente nella valorizzazione dei luoghi di relazione.
Rimini non fa eccezione, sono a tutti noti i gravi problemi di struttura urbana che la caratterizzano, da quelli” macro” della mobilità e dell’ambiente (sia naturale che costruito) a quelli “micro” della qualità architettonica e funzionale dei suoi quartieri.
…ed ancora
Rimini oggi è carente proprio nella dimensione strutturale. Esiste una profonda dissociazione fra “ la città turistica” e la “città permanente”, le due anime della città non ancora integrate fra loro, con “ la stecca del grattacielo” che separa come un cippo di confine stagioni ed affari, idee ed umori”.
… e concludeva
Dare una risposta all’interrogativo titolo del nostro convegno significa prevedere la fine di un processo che non potrà non essere lungo e laborioso, finalizzato alla messa a fuoco di “una immagine nostra, non presa in prestito” Un processo che si svilupperà in diverse fasi: quello
progettuale, del piano al progetto architettonico; quello della concertazione pubblico privato per l’attuazione degli interventi; quella della realizzazione e controllo degli interventi stessi. Tutto ciò implica un impegno di tutte le energie che la nostra realtà territoriale saprà esprimere. Vorrei concludere con le parole del concittadino Sergio Zavoli contenute nella prefazione del volume “Rimini, città come storia- Rimini potrà affrontare e difendere l’immagine vincente, purché a determinarla non sia una volontà separata, ma una cultura organica, capace di assorbire anche la “qualità di nuovo”. Bisogna predisporre un sistema di strutture ed infrastrutture che coinvolga la
città, non soltanto alcune appagate corporazione, va suscitata una consapevolezza collettiva che si confronti francamente con le contraddizioni presenti in città, la nostra, che può ancora definirsi “di frontiera” Noi tutti siamo convinti che eliminare queste contraddizioni e perseguire coerentemente l’obiettivo che ci prefiggiamo, non sarà impegno né facile né breve”.
Questo intervento sembra fatto ieri, non 35 anni orsono, avevi ragione Rodolfo quando affermavi “non sarà impegno né facile né breve”, il piano regolatore Benevolo, adottato dalla giunta, composta da Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana, seguita al
pentapartito non ha dato le risposte necessarie, quanto poi ha realizzato l’amministrazione comunale di Rimini negli ultimi dieci anni aggravato la situazione.
Parlammo del Convegno “Rimini bella e impossibile” alcuni anni orsono, in una delle tante assemblee che Rodolfo organizzava, sui problemi della città, era piacevole rivederci, non come reduci, ma come amici e sono convinto che lo facesse anche per questo.
Riposa in pace Rodolfo.
Marco Moretti