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“Isole covid free? Che sbaglio”: l’ira di Corsini e Gnassi

“Isole Covid-free? Non credo che il tema vada posto in questi termini. E’ l’interesse nazionale che va messo davanti a tutto, in un quadro di regole certe e uniformi a livello europeo. Pensiamo a vaccinare rapidamente le persone, auspicando di avere tutte le dosi necessarie per poterlo fare”.

Così l’assessore regionale al Turismo e commercio dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini, interviene sulle ipotesi emerse in questi giorni riguardo alla possibile creazione di aree Covid free nel nostro Paese, in particolare nelle isole.

“E’ il Paese intero che deve raggiungere al più presto una situazione di immunizzazione generale ed essere Covid free – spiega Corsini – per consentire al turismo, uno dei comparti più penalizzati dagli effetti della pandemia, di ripartire e ricominciare”.

“Per questo trovo sbagliata – incalza Corsini – l’ipotesi isole Covid free, pensando di favorire così il turismo. Così si favoriscono alcune destinazioni a discapito del resto del Paese. L’Italia è una penisola, ci sono due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, e tante altre piccole isole. Ma credo sia comunicativamente sbagliato fare annunci di questo tipo, che rischiano di creare un effetto competizione tra terriitori, che è improprio”.

Secondo l’assessore regionale al turismo, occorre invece lavorare, come stanno facendo altri Paesi, per trovare soluzioni innovative, da inserire nei protocolli. “Tipo il pass day – spiega – per iniziare a ragionare su come riaprire i ristoranti e i locali non dotati di spazi esterni -almeno in una prima fase- alle persone vaccinate o con un tampone con esito negativo nelle ultime 24 ore”.

Dal canto proprio, la Regione Emilia-Romagna sta lavorando ad un accordo con le Associazioni degli albergatori per definire un protocollo che preveda di somministrare le vaccinazioni, quando ci saranno le condizioni, in alcune strutture turistiche. Allo studio anche la possibilità di prevedere tamponi rapidi da somministrare ai turisti al loro arrivo.

“In Emilia-Romagna – aggiunge Corsini – ci stiamo preparando per accogliere ovunque i turisti. E quando dico ovunque, voglio dire al mare, in Appennino, nelle città d’arte, nei luoghi termali. E lo stiamo facendo con il supporto di importanti campagne televisive sui media nazionali, oltre ad una incisiva campagna di comunicazione verso il mercato tedesco. Perché è questa la strada per sostenere il nostro turismo e i nostri operatori del settore”.

“Pensiamo, quindi, in termini di sistema turistico nazionale – chiude Corsini –  Un sistema che è uno dei motori dell’economia, i cui operatori devono poter rientrare nei piani vaccinali nazionali: se per i lavoratori degli altri comparti produttivi si prevede la possibilità di vaccinazioni nelle aziende in cui lavorano, credo si debba ragionare in questi termini anche per quanto riguarda il comparto turistico”.

Dello stesso temore la reazione del sindaco di Rimini Andrea Gnassi: “La stategia di contrasto al Covid – scrive – non può procedere a macchia di leopardo, né prevedere canali discrezionali, ma deve avanzare secondo una linea comune, precisa, ordinata puntuale. Regole certe e uguali per tutti. Prima la vaccinazione delle persone anziane e fragili, per salvare vite, non ospedalizzare e non far saltare le terapie intensive; è il governo che deve chiarire e imporre questa scelta. Se si proteggono le persone più vulnerabili, a più alto tasso di mortalità, e se si aumentano le forniture di vaccini, sarà possibile trovare l’equilibrio per le aperture. Forniture e puntualità di approvvigionamento: il motore organizzativo che abbiamo organizzato è solido e pronto. La proposta circolata nelle ultime ore di anticipare le vaccinazioni per le isole nel tentativo di trasformarle in aree turistiche ‘covid free’ è in palese contraddizione con questa linea chiara e da “cambio di passo“. Come stato in questi mesi, si rischia solo di ingenerare caos e di compromettere una campagna di immunizzazione su cui stiamo già scontando pesanti ritardi. Rimanda a protagonismi, sovranismi vaccinali regionali, ‘fai da te’ che ormai anche psicologicamente il Paese non regge più”.

E prosegue: “Ieri nell’incontro con il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, il presidente Bonaccini, Regione e sindaci abbiamo condiviso questa strategia ben definita per trasformare da parole in fatti il tanto evocato ‘cambio di passo’ nella campagna vaccinale: come detto, accelerare sulle forniture, proseguire seguendo le priorità indicate dal Governo (prima gli anziani e le persone fragili) e da ultimo, e molto importante, inserire il dato sull’avanzamento della campagna vaccinale come indicatore utile a programmare le necessarie e progressive riaperture. Una piattaforma di regole chiare, non soggette a interpretazioni o peggio aggirabili, capace di fornire una base condivisa su cui costruire quella “terapia d’urto” non più rinviabile per dare respiro al Paese, al suo sistema sanitario e alla sua economia oggi allo stremo”.

“In questo quadro dunque non sono comprensibili e sono solo dannose fughe in avanti, iniziative discrezionali o mirate che, oltre a creare confusione, possono ingenerare anche insofferenza in un clima sociale già teso. Pensare di privilegiare alcuni territori, come attraverso l’identificazione di ‘isole covid free’, è in contraddizione con le priorità che sono state individuate di concerto dal governo e dagli enti locali e va verso quel sovranismo vaccinale che poco serve al Paese. Non è con una campagna di immunizzazione a zone che si riaccendono i motori dell’industria turistica di un intero Paese. L’unico modo per garantire lavoro, economia e vera ripartenza è accelerare sulla campagna vaccinale nei tempi e nei modi che sono stati messi nero su bianco, senza fare figli e figliastri”, conclude Gnassi.

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