Ventisei consiglieri regionali della passata legislatura (2010-2014) sono stati condannati dalla Corte dei Conti per la cattiva gestione dei soldi pubblici in quella che è passata alle cronache come l’inchiesta “Spese pazze”.
Le condanne non sono per dolo, ma per colpa: dunque, nella sostanza, la Corte contesta la “gestione allegra” dei fondi destinati all’attività politica dei gruppi consiliari, ma non un intento criminale. A tutti inoltre, hanno stabilito i giudici, si applicherà uno sconto del 15% delle spese contestate. Ma la parte restante andrà saldata: metà dal consigliere (o ex) condannato, e metà da chi avrebbe dovuto vigilare.
Questo l’elenco:
Antonio Mumolo, (Pd, Bologna , 1670 euro), Anna Pariani (Pd, Imola, 4791 euro), Paola Marani (Pd, Bologna, 1314 euro), Galeazzo Bignami (Popolo delle Libertà, Bologna 22.300 euro), Favia e De Franceschi (ex Movimento 5 stelle, Bologna, 6600 euro), Manes Bernardini (Lega, Bologna, 10.400 euro) Luciano Vecchi (Pd, Modena, 7.200 euro), Rita Moriconi (Pd, eletta nel listino regionale bloccato, 3.600), Mario Mazzotti (Pd, Ravenna, 3.500), Roberto Garbi (Pd, Parma, 6.300), Vladimiro Fiammenghi (Pd, Ravenna, 4.000), Gianguido Bazzoni (Popolo delle Libertà, Ravenna, 18.700), Luca Bartolini (Popolo delle Libertà, Forlì-Cesena, 33.000), Fabio Filippi (Popolo delle Libertà, Reggio Emilia, 25.000), Damiano Zoffoli (Pd, Forlì-Cesena, 1.500), Enrico Aimi (Popolo delle Libertà, Modena, 17.600), Stefano Cavalli (Lega Nord, Piacenza, 17.000), Andrea Leoni (Popolo delle Libertà, Modena, 30.000), Marco Lombardi (Popolo delle Libertà, Rimini, 33.700), Mauro Malaguti (Popolo delle Libertà, Ferrara, 26.500), Marco Barbieri (Pd, Reggio Emilia, 6.000), Giuseppe Pagani (Pd, Reggio Emilia, 3.800) e Roberto Piva (Pd, Rimini, 8.200).
Ora tutti i condannati, se lo vorranno, potranno ricorrere in appello.