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Pugni e violenze alla moglie. Condannato a 5 anni il marito padrone

Il marito-padrone, un 58enne riminese, è stato condannato a 5 anni di reclusione. Così ha deciso, il giudice per le indagini preliminari, Benedetta Vitolo a conclusione del processo.

E’ una storia di violenza che andava avanti da anni. E’ dal 2015 quando la moglie, stanca delle continui violenze subite dice di volersi separare. Non poteva uscire di casa, era controllata sui social. Il marito\padrone decideva anche cosa i pasti per la consorte.
Di fronte alla decisione della moglie, l’uomo invece di attenuare le sue violenze e cercare di ricucire un rapporto si comporta all’opposto. Violenze fisiche, minacce psicologiche attuate con la minaccia di suicidarsi gettandosi dal cornicione del tetto o dal balcone.

La moglie desiste dai suoi propositi di separazione e continua un calvario che ogni giorno diventa più insostenibile. La violenza del marito non si ferma neanche di fronte ai figli.

Di fronte al rifiuto di avere rapporti sessuali l’uomo la stupra. La donna trova la forza di filmare l’ennesima violenza sessuale con il suo cellulare.

Ma solo un caso fortuito aiuta la moglie a sporgere denuncia. Mentre erano in visita alla sorella, in un’altra città, lei si ammala ed il marito è costretto a rientrare senza di lei. La permanenza a casa della sorella da la forza di denunciare tutto ai carabinieri di quella città.
L’inchiesta è veloce.

Gli atti vengono trasmessi ai Carabinieri di Rimini che dopo avere raccolto informazioni e prove (compresi i filmati della moglie) procedono con la denuncia in Procura e con il conseguente provvedimento di arresto in carcere. Il gip scrive di una personalità possessiva e violenta, “con il pericolo concreto e attuale che commetta altri delitti della stessa specie”.
Ora il processo con la sentenza. Il Pm Davide Ercolani aveva chiesto nove anni

 

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